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Pensioni, Camusso: "Cambiare la legge Fornero con una patrimoniale"

Il pizzino della Camusso a Renzi: "La patrimoniale sulle grandi ricchezze ha un’efficacia immediata"

Pensioni, Camusso: "Cambiare la legge Fornero con una patrimoniale"

Torna a soffiare il vento della patrimoniale. A mettere la pulce nell'orecchio del premier Matteo Renzi è la leader della Cgil Susanna Camusso che suggerisce di stangare le grandi ricchezze per andare a ripianare il buco lasciato dall'ex ministro Elsa Fornero con la sua fallimentare riforma delle pensioni.

"La Corte si era già pronunciata in senso negativo su soluzioni che colpivano solo parte dei pensionati - tuona la Camusso in una intervista a Repubblica - il governo è in grave ritardo e ora è indispensabile sedersi intorno ad un tavolo per cambiare la legge Fornero". Partendo dal presupposto secondo cui "i diritti delle persone vanno garantiti", la sindacalista pensa subito a come farla pagare ai "ricchi". "Le risorse ci sono o si possono trovare - continua nel ragionamento - questa potrebbe anche essere l’occasione per rivedere i criteri di una effettiva progressività del sistema fiscale e per contrastare seriamente l’evasione". Per il segretario della Cgil, "senza rinunciare alla riforma complessiva del fisco, la patrimoniale sulle grandi ricchezze ha un’efficacia immediata".

Nell'intervista a Repubblica la Camusso critica anche il Jobs Act. "Non ci sono investimenti a partire da quelli pubblici - dice - non basta dire a un imprenditore: ti ho tolto l'articolo 18, ti ho fatto gli sconti, ora pensaci tu. Gli incentivi senza vincoli si traducono nella sola sostituzione di contratti. Serve una politica industriale che indirizzi e sostenga la crescita e l’occupazione". Sulla riforma della scuola, invece, la Camusso rinfaccia al governo di non essere in condizioni di fare le assunzioni per l’inizio dell’anno. E accusa: "Ha posto criteri assai discutibili che dividono in modo arbitrario i precari". "Questa - incalza - è una riforma che lede il diritto costituzionale della libertà di insegnamento, che affida a un singolo la totale discrezionalità su chi debba insegnare o meno. È una scuola elitaria, non di tutti. Le risorse che ci sono, peraltro scarse, vanno a chi primeggia, e delle scuole di Scampìa o dello Zen di Palermo che ne facciamo?". Insomma, la bocciatura di Renzi e del suo governo è a trecentosessanta gradi. Eppure la Camusso allontana l'ipotesi di impegnarsi in prima persona per dar vita a una nuova sinistra. "Sarebbe un errore confondere i ruoli - mette in chiaro - ma sono convinta che ci sia un grande bisogno di sinistra".

E coclude: "Ci vorrebbe un partito di sinistra".

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