
La manovra 2026 segna un cambio di direzione rispetto agli ultimi anni. Nella bozza della legge di Bilancio 2026 viene prorogata per un altro anno l'Ape sociale, insieme al cosiddetto bonus Maroni per chi resta al lavoro, ma non ci sarà alcun rinnovo per Quota 103 e Opzione donna, che vengono così cancellate. La linea scelta punta, dunque, su un riallineamento alla legge Fornero, testimoniato pure dall'allungamento ulteriore di tre mesi dell'età pensionabile per militari, polizia (municipale inclusa) e pompieri.
L'autorizzazione di spesa per l'Ape sociale viene comunque potenziata: 170 milioni di euro in più per il 2026, 320 per il 2027 e 315 per il 2028. Cifre che segnalano la volontà di mantenere viva la misura almeno nel medio periodo, ma anche la consapevolezza che resterà limitata alle categorie più fragili: lavoratori gravosi, caregiver, disoccupati di lungo corso e invalidi. Per tutti gli altri, invece, la strada verso la pensione si allunga. Dal primo gennaio 2027 scatterà l'adeguamento alla speranza di vita calcolato dall'Istat: tre mesi in più spalmati su due anni, con un mese aggiuntivo nel 2027 e altri due nel 2028. Solo i lavori usuranti saranno esclusi. L'attenzione è comunque testimoniata dai 260 euro annui in più per le pensioni minime e dall'analogo incremento del limite reddituale per chiederle.
Accanto alla previdenza, la manovra mette mano anche al fisco e al lavoro. Scende dal 35 al 33 per cento l'aliquota Irpef per i redditi da lavoro e pensione compresi tra 28 e 50 mila euro, con un beneficio massimo stimato di 440 euro esteso fino a 200mila euro. Confermata la detassazione per chi lavora nei festivi, nei notturni o nei turni: nel 2026 tali maggiorazioni saranno tassate al 15 per cento fino a 1.500 euro, mentre gli aumenti contrattuali sottoscritti nel 2025 e nel 2026 avranno un'imposta sostitutiva del 5 per cento. Anche i dipendenti pubblici potranno usufruire di un'agevolazione: fino a 800 euro di salario accessorio sarà soggetto alla stessa aliquota agevolata del 15 per cento. Rinnovato poi il bonus per turismo e ristorazione, con una maggiorazione del 15 per cento sulle retribuzioni per lavoro notturno e festivo fino a settembre 2026.
Sul fronte dell'occupazione arrivano incentivi per le assunzioni stabili di giovani, donne svantaggiate e lavoratori del Sud, grazie all'esonero biennale dei contributi, valido anche per le trasformazioni a tempo indeterminato. Più rapidi anche i tempi per l'erogazione del Tfs ai dipendenti pubblici, che arriverà dopo nove mesi invece dei dodici attuali, ma solo se si va in pensione con i requisiti della Fornero.
La sanità, altro pilastro della manovra, riceve complessivamente 2,4 miliardi aggiuntivi per il 2026, che si sommano ai 4 già previsti nel bilancio pluriennale. I fondi serviranno in parte per estendere gli screening oncologici: 238 milioni sono destinati all'ampliamento dei controlli per tumore alla mammella tra i 45 e 49 anni e tra i 70 e 74, e per il colon-retto fino ai 74 anni. Il resto andrà ad aumenti di stipendi e assunzioni. "Gli infermieri sono al centro della manovra: ne verranno assunti 20mila in più rispetto al turnover naturale", ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci, invitando però le Regioni "a fare la loro parte, assumendo secondo le capacità finanziarie disponibili". L'articolo 69 del testo prevede che, per ridurre le liste d'attesa e affrontare la carenza di personale, le aziende sanitarie regionali possano assumere personale a tempo indeterminato "in deroga ai vincoli di spesa vigenti", entro un tetto di 450 milioni di euro l'anno dal 2026.
La manovra tocca infine anche l'indicatore Isee, con l'aumento della franchigia sulla prima casa a 91.500 euro, più 2.500 per ogni figlio convivente oltre il primo, e la revisione delle maggiorazioni per le famiglie numerose. Un tassello aggiunto al mosaico complesso per mantenere i conti in ordine.