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E la Borsa di Atene è già sotto attacco

Perde 6 punti in due sedute. E le banche cedono dal 12 al 15%

Per dirla con Gaber, quella della Borsa di Atene si potrebbe chiamare «resistenza». Sei punti percentuali bruciati in due sedute (dopo il -3,7% di ieri) sono, tutto sommato, un sacrificio sopportabile. Non solo perchè il duplice ribasso d'inizio settimana arriva dopo il 6% guadagnato venerdì scorso, ma soprattutto alla luce della compagine di governo schierata da Alexis Tsipras, con quella linea da centravanti di sfondamento nell'area del rigore economico di cui il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, è la punta di diamante.

Attacco all'austerity e catenaccio totale a difesa dell'idea di sforbiciare il debito di almeno il 70%: è attorno a questi due perni centrali che si incardinerà la partita di Syriza con l'Europa. Fischio d'inizio venerdì prossimo, quando il capo dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, atterrerà nella capitale ellenica per incontrare il neo premier. Solo un primo contatto, ma probabilmente già sufficiente per far capire che aria tira. Bruxelles, spalleggiata da Bce e Fondo monetario, non vuole neppur sentir parlare di un haircut del debito; al massimo, può valutare un allungamento delle scadenze. Un muro contro muro non conviene a nessuno, ma sull'elasticità di Tsipras è meglio non scommettere. La Borsa, per esempio, teme che il giovane ingegnere metta le mani sugli 11 miliardi di euro rimasti nell'Ela, il fondo usato dalle banche in casi di emergenza, per dirottarli verso il welfare o il pagamento del debito in scadenza. Si tratta di un'ipotesi costata carissima ieri agli istituti greci quotati, falcidiati da ribassi anche superiori a due cifre. Sotto la pioggia delle vendite sono cadute anche Eurobank e Alphabank, le due banche che in dicembre avevano lanciato l'sos, chiedendo appunto di utilizzare le risorse Ela per far fronte alla fuga dei correntisti. Secondo alcune stime, almeno 100 milioni al giorno sono fuoriusciti il mese scordo dai caveau delle banche greche, alle quali resterebbero in cassa meno di 170 miliardi.

La preoccupazione per la tenuta del sistema creditizio è legittima, perchè si lega ai negoziati tra la sinistra radicale e il resto d'Europa. La Bce di Mario Draghi ha già fatto sapere che, in assenza di un accordo con la troika, Atene sarà tagliata fuori dal programma di acquisto di bond sovrani. Non solo: una rottura avrebbe ricadute anche sulla liquidità fornita alle banche dall'Eurotower attraverso l'Ela. Cipro fu messa in ginocchio proprio chiudendo questo rubinetto, un precedente da non dimenticare.

In ogni caso, negli ultimi due giorni si è avuta la conferma di come la capacità di contagio della Grecia, un tempo elevata, sia stata depotenziata dal quantitative easing della Bce. Anche se i rendimenti dei buoni decennali ellenici sono saliti al 9,73% e quelli dei triennali sopra il 14% (un'inversione che è la spia di un rischio di default), gli investitori continuano a comprare il debito di Italia e Spagna. Bene, infatti, le aste di Btpei e Ctz e quelle dei bond iberici. Nemmeno lo spread Btp-Bund fa una piega e resta stabilmente in area 120 punti.

Debole la Borsa di Milano (-0,53%), che ha comunque retto di fronte allo scivolone di Wall Street (-1,7% a metà seduta).

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