"Perdonare Filippo? Sarà difficile". Poi la carezza: "Sostengo i genitori"

Gli sms di Turetta alla sorella di Giulia: "Falle accendere il telefono"

"Perdonare Filippo? Sarà difficile". Poi la carezza: "Sostengo i genitori"
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Dopo il funerale di Giulia, che il suo straordinario papà, la sorella Elena e il fratello 17enne Davide sono riusciti a trasformare in un momento di riflessione collettiva capace di rappresentare una svolta nella lotta alla violenza di genere, Gino Cecchettin pensa a come rimettere insieme i pezzi della sua vita, stravolta da una tragedia che ha voluto riempire di significato affinché non restasse solo un numero nella triste contabilità dei femminicidi. Partendo da un dolore che potrà «trasformarsi in qualcosa di positivo solo attraversandolo, non evitandolo».

Difficile al momento pensare al perdono. «Non lo so, un conto è non provare rabbia, il perdono è un passo ulteriore. Neanche Gesù ha perdonato i suoi carnefici e ha chiesto a Dio di farlo. È una cosa veramente difficile», dice nel corso dell'intervista trasmessa a Storie Italiane su Rai 1. Forse arriverà il tempo, chissà. La speranza, al momento, è che Filippo «si renda conto di quello che ha fatto e magari un giorno possa dare lui dei messaggi ad altre persone che potrebbero avere le stesse difficoltà». Cecchettin non riesce a provare risentimento nei confronti dei genitori del giovane che gli ha portato via la figlia: «Gli do un grande abbraccio perché forse io ritornerò a fare un sorriso, loro faranno molta più fatica».

La vita riparte, con Giulia sempre nel cuore, dalla normalità. C'è Davide da portare a scuola, la famiglia, il lavoro dal quale sta pensando di prendersi una pausa per dedicarsi ad un impegno civico, come anticipato ai colleghi con una lettera su Linkedin. Martedì, davanti a tutta quella gente accorsa a Padova per salutare la sua bambina, dice di aver sentito un «brivido» e di «essersi emozionato» perché «Giulia è arrivata in ogni casa d'Italia con un messaggio positivo». E il suo sacrificio non può e non deve andare perso. «Io - continua papà Cecchettin - sono uno che cerca di guardare al futuro facendo tesoro del passato. Il passato non si cambia, quello che possiamo cambiare è il futuro». Cominciando dalle piccole cose, anche dal comportamento scorretto di un genitore di un torneo di basket di Davide, una notizia che ha letto poche ore dopo il discorso che ha fatto chiedendo agli uomini di fare un esame di coscienza. «Ecco, dobbiamo partire da lì», spiega. Felice che le sue parole abbiano centrato i punti, tanto che il ministro dell'Istruzione vuole che vengano lette nelle scuole. A giorni Gino Cecchettin sentirà il padre di Chiara Gualzetti, vittima come la sua Giulia, che martedì era in chiesa per manifestargli la sua vicinanza: «Adesso è solo perché non aveva altri figli e ho sentito il suo abbraccio arrivarmi».

E ieri sera, alla trasmissione Chi l'Ha Visto, sono emersi alcuni nuovi dettagli: dai messaggi ossessivi che Turetta

inviava alla sorella di Giulia, Elena: «Ciao scusa, puoi far accendere il telefono alla Giulia e farglielo lasciare acceso?» alle cinque, recenti, sedute dallo psicologo. L'ultima il 3 novembre, 8 giorni prima del femminicidio.

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