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Il pg Tarfusser contro l'Anm: "Lo sciopero? È sovversivo"

L'ex giudice della corte Aia: "Dopo il marciume emerso con il caso Palamara non è cambiato niente"

Il pg Tarfusser contro l'Anm: "Lo sciopero? È sovversivo"

Chissà come si sentiranno i vertici dell'Associazione nazionale magistrati che hanno lanciato la categoria delle toghe all'attacco della riforma della giustizia voluta dal ministro Marta Cartabia e che in queste ore stanno vedendo il loro furore sconfessato da colleghi infinitamente più saggi o più esperti. Paragonati, per esempio, all'attuale leader dell'Anm, Giuseppe Santalucia, che prima di assurgere al vertici dell'organizzazione era stato a lungo lontano dalle aule, distaccato al ministero della Giustizia, come vicecapo e poi capo dell'ufficio legislativo con il ministro piddino Andrea Orlando. E che ora si lancia, comprensibilmente, contro una riforma che vorrebbe limitare le «porte girevoli» tra giustizia e politica.

L'ultimo «grande vecchio» in ordine di tempo che bistratta la linea giacobina dell'Anm è Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale a Milano, per undici anni giudice alla Corte penale internazionale dell'Aia alle prese con i peggiori crimini del pianeta. Che ieri, in un suo post su Linkedin, usa la clava contro lo sciopero proclamato dall'associazione. «Lo sciopero - scrive Tarfusser - è illegittimo per non dire sovversivo, perché è la protesta di chi esercita un potere dello Stato contro un altro potere dello Stato». Al magistrato altoatesino la riforma Cartabia non piace granché («una pseudoriformetta», «l'ennesima toppa ad un vestito liso e ormai irrimediabilmente fuori moda») ma solo perché non incide abbastanza in profondità «per restituire credibilità e autorevolezza a una magistratura distrutta dalle correnti che l'hanno manipolata, fagocitata, e se la sono distribuita come se fosse cosa loro».

Il «marciume manipolatorio» emerso in questi anni, dal caso Palamara in avanti, secondo Tarfusser è talmente grave che «chiunque altro sarebbe stato arrestato». Invece nessuno è finito dentro e «tutto continua come se nulla fosse». L'indignazione dell'Anm contro la «pseudoriformetta» del ministro è solo la prova della «arroganza dei vertici della categoria e della distanza siderale che intercorre tra questi e la società». E la pretesa «sovversiva» del sindacato dei magistrati di mettersi di traverso al dibattito parlamentare sul provvedimento varato dal ministro della Giustizia è la prova provata di questa distanza: «È come se in vista di un processo che non sta procedendo verso l'esito atteso, il governo o il Parlamento decidessero di scioperare contro la magistratura». In sostanza, afferma Tarfusser, l'Anm «lamenta il tentativo di violare la propria autonomia e indipendenza tentando di violare l'autonomia e indipendenza altrui».

Sono giudizi di una severità che va ancora oltre quanto altri veterani - Edmondo Bruti, Armando Spataro, Guido Salvini - hanno detto nei giorni scorsi per rimarcare il loro dissenso verso lo sciopero deciso dall'Anm. Il pg milanese considera incredibile l'opposizione delle toghe ai metri di valutazione (piuttosto blandi, peraltro, nella stesura definitiva) della professionalità dei magistrati introdotti dalla Cartabia: unico passo avanti contenuto nella riforma, per superare il sistema attuale in cui «le modalità con cui oggi si autovalutano i magistrati non so se sono più ridicole o più vergognose».

Facile prevedere che anche questa voce dissonante cadrà nel vuoto, e l'Anm proseguirà per la sua strada.

«Temo solo - dice Cuno Tarfusser - che di una giustizia giusta, efficiente e credibile non gliene importi niente a nessuno».

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