La giunta di Ignazio (anche detto «Ignaro») Marino, nato a Genova da madre svizzera e padre siciliano, si arricchisce di nuovi marziani. Assessori esterni, nel senso di esterni a Roma, un potenziale vantaggio in un sistema di consorterie e salotti («A Fra', che te serve?»), che però può trasformarsi in un handicap, com'è accaduto per il sindaco Marino, dimostratosi incapace di governare il groviglio di interessi che si muove nelle viscere della Capitale. Nella corsa al Campidoglio del 2013, la genovesità di Marino gli fu rinfacciata più di una volta, facendolo inalberare: «Sono nato a Genova ma a Roma sono arrivato nel 1969! Quanti anni ci vogliono per essere considerato un uomo che conosce la città? Alemanno è nato a Bari!». Ora al genovese Marino, ecco che si aggiungono, nel rimpasto che dovrebbe salvare la giunta dalla fine prematura, altri romani non de' Roma . Twitta Giorgia Meloni: «Roma vista da sinistra. Il sindaco Marino è di Genova, Causi di Palermo, Esposito di Torino, Rossi Doria di Napoli...».
La non romanità dei nuovi assessori («nomi scelti personalmente da me» sottolinea il sindaco), ha gradazioni molto diverse. La neo titolare del turismo capitolino, Luigina Di Liegro, nipote di monsignor Di Liegro fondatore della Caritas, è originaria di Gaeta, basso Lazio. Ma dopo essersi trasferita negli Usa con la famiglia «durante l'infanzia», è tornata a Roma, dove vive dunque da molti anni, e dove ha già ricoperto incarichi pubblici (assessore nella giunta regionale di Piero Marrazzo, nel 2009). Anche un altro non romano come Marco Causi, chiamato da Marino per la pesante poltrona di assessore al Bilancio (nonchè vicesindaco), non è nato sul Tevere ma a Palermo. Deputato del Pd, Causi è però romano già dagli anni universitari, fino alla cattedra di Economia a Roma Tre (ateneo che ha fornito al Pd anche l'ex rettore Fabiani, cognato di Giorgio Napolitano, come assessore regionale della giunta Zingaretti). Ha fatto anche in tempo a far parte della squadra di Walter Veltroni al Comune di Roma, anche lì al bilancio, «campione del maxi buco di bilancio, esperto di derivati e odiatissimo da calta-riccone (Caltagirone, ndr )» informa Dagospia . Un siciliano di Roma, o un romano di Sicilia dunque. Come siciliano, di Bivona, è un altro assessore del Campidoglio, il riconfermato titolare alla Trasparenza (una parola, nella Roma di Mafia Capitale), Alfonso Sabella, ex sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo. Mentre originaria di Trento, e poi a Palermo, e quindi a Roma solo dal 2002 è l'assessore al Patrimonio e pari opportunità, Alessandra Cattoi.
Terzo delle new entry è Marco Rossi Doria, alla Scuola. Napoletano, già sottosegretario nei governi Monti e Letta, il professore si presenta così: «Ha insegnato in Italia e all'estero, fondatore del progetto Chance, dal 1994 al 2006 è stato maestro di strada nei Quartieri Spagnoli di Napoli». Spesso interviene sulle pagine napoletane della Repubblica . E quindi il meno romano di tutti, Stefano Esposito, turbolento senatore Pd, nato in quel di Moncalieri, residente a Torino, juventino di ferro, già noto alle cronache per le battaglie pro Tav, designato da Renzi per riordinare il Pd a Ostia. Nella città del carrozzone Atac dovrà sistemare Mobilità e ai Trasporti. Più che un augurio gli serve una benedizione miracolosa. Su Twitter è partito con uno scivolone («un'enorme impegno», con l'apostrofo). Marziani a Roma, ci vorrebbe Flaiano.
Senatore piemontese, noto per le posizioni pro Tav. È commissario del partito a Ostia. Si occupa di Trasporti e mobilità
Insegnante napoletano, già sottosegretario all'Istruzione con Monti e Letta. Ha deleghe a lavoro, scuola, giovani e periferie
Nata a Gaeta,
cresciuta negli Usa. Già assessore regionale. Si occuperà di turismo, qualità di vita e dialogo interreligiosoDeputato siciliano, è il nuovo vice sindaco con deleghe al bilancio, alla razionalizzazione della spesa e al personale
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