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"Più coraggio dal governo. Il Paese non riparte solo con bonus e sgravi"

L'imprenditore candidato a guidare Federlegno. "Ora servono finanziamenti a fondo perduto"

"Più coraggio dal governo. Il Paese non riparte solo con bonus e sgravi"

«Il governo dovrebbe studiare finanziamenti a fondo perduto o quanto meno a tassi zero per il comparto rappresentato da FederlegnoArredo che vale il 5% del Pil, al posto di proseguire con la logica dei bonus che tra l'altro hanno portato allo scandalo dei parlamentari assegnatari del sostegno previsto per le partite Iva in difficoltà», dichiara Claudio Feltrin presidente di Arper, numero uno di Assarredo e candidato a guidare FederlegnoArredo a partire dalle prossime elezioni del 30 ottobre.

Perché ha deciso di candidarsi in un periodo così complesso?

«Penso che sia importante mettersi a disposizione della comunità e restituire parte di quanto ricevuto».

Scende in campo con un solo altro candidato, Stefano Bordone vicepresidente di FederlegnoArredo

«Apprezzo il lavoro fin qui svolto dalla Federazione, per quanto mi riguarda ho delle idee di innovazione che vorrei condividere con i consociati e perseguire».

Quali?

«Vorrei spingere l'acceleratore sul fronte dei servizi per le pmi che costituiscono la maggioranza delle aziende del settore (si consideri che 74.800 imprese occupano 314mila addetti, ndr). Ritengo poi che il futuro ruoti intorno ai temi della sostenibilità e, della formazione, del rafforzamento delle filiere, della accelerazione sul fronte delle partnership e dell'eventuale consolidamento per poter rispondere alle richieste di un mercato sempre più globale. Il nostro è un settore iconico per il made in Italy e fondamentale per l'economia italiana eppure estremamente polverizzato».

La sua candidatura è arrivata all'indomani del dl Agosto. Ritiene sufficienti i provvedimenti varati? Cosa chiede al governo?

«A mio giudizio l'urgenza maggiore riguarda la necessaria sburocratizzazione che, già da sola, potrebbe sostenere la ripartenza. Per il resto il governo ha gestito un'emergenza e arginato una valanga. Ora però occorre che prenda atto della situazione: dopo il lockdown, il blocco dei licenziamenti e il crollo della produzione, le imprese non possono contare solo sui crediti di imposta. Servono misure più coraggiose, un piano in grado di rilanciare l'industria anche attraverso investimenti nelle infrastrutture del Paese. Il rischio in assenza di innovazione è quello di depauperare, il patrimonio industriale ereditato dalle generazioni precedenti».

Il dibattito, in questi ultimi giorni, si è acceso sugli incentivi fiscali volti a favorire l'occupazione a Sud. Cosa ne pensa?

«Le nostre consociate hanno sede per il 70% nel Centro-Nord ma, a prescindere da questo, se mancano le infrastrutture per muovere le merci, è difficile immaginare che i soli sgravi fiscali siano in grado di rilanciare l'economia. Perché ripetere situazioni già viste e che non hanno funzionato? Il rischio è quello di creare altri sprechi con misure palliative che alimentano la polemica, dividono il Paese e, in mancanza di una visione unitaria di rilancio industriale, non sono in grado di sostenere l'economia».

Due mesi fa FederlegnoArredo stimava una caduta del 20% circa ricavi del settore (dai 42,5 miliardi del 2019) causata dalla pandemia. Ritiene che simili stime possano essere confermate?

«È presto per fare dei bilanci, tuttavia il lockdown ha spinto alla riscoperta della casa come spazio di vita, di studio, di lavoro e di svago. La riapertura ha visto quindi una buona ripresa dell'arredo casa a differenza del mondo del contract (ristoranti, hotel, aeroporti) che continua a soffrire del freno posto alla mobilità dal virus».

Il bando per i 3,7 milioni di banchi destinati alla scuola potrebbe fornire una spinta ai bilanci delle consociate?

«Avrebbe potuto. Ma le tempistiche, le quantità, le penali in caso di mancata riuscita hanno ostacolato la partecipazione. Il bando ha evidenziato una volta di più la scollatura della politica dalla realtà industriale».

Arper parteciperà? Cila Go, un banco integrato alla sedia, è un prodotto a catalogo da anni

«Non abbiamo le certificazioni per partecipare.

In ogni caso, abbiamo studiato l'articolo ben prima dell'esplosione della pandemia e dopo aver notato la crescente richiesta di spazi di lavoro sempre più flessibili».

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