Forza Italia cerca di uscire dalla tenaglia gialloverde e dal limbo dell'opposizione a targhe alterne, spietata con i Cinquestelle e indulgente con la Lega. La convinzione è che gli autogol in sequenza di M5S, sulle grandi opere così come sull'abolizione della prescrizione, stiano aprendo spazi interessanti per riuscire a veicolare il proprio messaggio e le proprie iniziative politiche.
Lo spartiacque sarà rappresentato dal post-manovra, quando gli elettori potranno misurare le azioni concrete e separare il grano dal loglio, individuando le promesse mancate o mantenute solo in parte. Lì si capirà se gli italiani sosterranno il governo senza se e senza ma, oppure vorranno entrare nel merito di una convivenza innaturale, creando le condizioni per restituire al Paese una vera guida di centrodestra.
Le voci degli azzurri provano, come sempre, a mettere l'accento sulle contraddizioni governative. Antonio Tajani, intervistato da Enrico Lucci a Nemo ricorda che Matteo Salvini ha sottoscritto il programma di centrodestra e su quello «ha preso i voti», ma al governo «non sta facendo quello che aveva promesso», dalla Tav al fisco. Il futuro di Forza Italia? «Cresce nei sondaggi, la sfida è tornare a essere grandi» anche se «non so» se riuscirà a superare nuovamente la Lega. Tajani rivela di aver parlato con Mario Draghi e di averlo trovato preoccupato. «Draghi l'ho incontrato sull'aereo. Mi ha detto che è preoccupato per quello che sta accadendo nel nostro Paese. Di Maio che attacca Draghi è irresponsabile, è Draghi che ha fatto in modo che l'Italia potesse resistere alla crisi. Draghi è stato bravissimo, ha salvato tante imprese italiane».
Anna Maria Bernini dà un'altra lettura del contratto di governo che è «un modo meno compromettente per definire l'unico collante in grado di tenere insieme questi due partiti così diversi: la gestione del potere e la spartizione delle nomine. E pure su quelle, le zuffe non mancano. Si fermino, così si fa del male agli italiani. Di certo non sono in grado di comprenderlo i Cinquestelle, ma sicuramente lo capiscono bene gli amici della Lega, costretti a veder rinnegate o compromesse le nostre, le loro, storiche battaglie, combattute da sempre all'interno del centrodestra».
Il vero fronte a cui si guarda per l'aggregarsi di una opposizione dal basso, sostenuta dalle forze produttive del Paese, è quello delle grandi opere. «Le 40mila adesioni raccolte dalla petizione Sì Tav sono un risultato molto significativo» dice Claudia Porchietto, parlamentare piemontese di Forza Italia. «Un'opera che è voluta dai piemontesi che vedono in essa la possibilità di crescere e di smarcarsi dall'evidente spostamento dell'asse economico verso Milano e verso il Nord Est - aggiunge l'esponente azzurra - il Paese e non solo il Piemonte crede nella spinta economica che opere come la Tav, la via della Seta e il Terzo Valico possono dare».
Maurizio Gasparri, infine, di fronte ai numeri della manovra spiega che l'unica vera riforma che è stata fatta è quella della matematica. «Nella manovra economica le bugie del governo emergono in tutta chiarezza. Se si volesse garantire un reddito di cittadinanza di 780 euro al mese a sei milioni e mezzo di persone, servirebbero decine e decine di miliardi. E le cifre stanziate non potrebbero coprire nemmeno un sesto delle persone di cui si parla.
Siamo alla truffa e all'inganno anche in materia di pensioni e di quota cento. Le norme sono confuse e pasticciate. Si è fatta un'unica riforma, quella della matematica, stabilendo che due più due fa sei e truccando i conti in tutti i capitoli».
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