Più multe e ganasce per tutti Così il Fisco "aiuta" i Comuni

Il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ruffini sollecita: «Accelerare la riscossione con le esecuzioni forzate»

Più multe e ganasce per tutti Così il Fisco "aiuta" i Comuni

Se i Comuni vogliono fare cassa con le multe per le infrazioni del codice stradale, allora servono più ganasce fiscali per tutti. Il sapido suggerimento è provenuto dal direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, durante l'audizione svolta ieri in commissione per il federalismo fiscale. Il dirigente ha, infatti, ricordato che ogni anno, in media, sono circa 1,5 milioni le cartelle relative a questo tipo di violazioni. Agenzia delle Entrate - Riscossione (subentrata da luglio a Equitalia) svolge la gran parte del lavoro per gli enti locali proprio per il recupero di queste somme accertate e, poiché in molti casi si tratta di somme non elevate, ha proposto una serie di innovazioni legislative per accelerare l'iter.

Si potrebbe estendere alle cartelle per le multe, ha ipotizzato Ruffini, «il principio dell'immediata validità dell'atto notificato dall'ente». In sintesi, questo significherebbe sancire la sostanziale correttezza della multa, indipendentemente da eventuali carenze formali come la mancanza di un timbro, di una firma o la presenza effettiva del vigile urbano accanto all'autovelox. Imposta dall'alto la validità dell'atto, Agenzia delle Entrate - Riscossione sarebbe legittimata, ha aggiunto il direttore, «all'esecuzione forzata a mezzo ruolo».

La terminologia giuridica, in questo caso, nasconde la violenza della soluzione proposta: il fisco sarebbe autorizzato a procedere a pignoramenti o a porre il fermo amministrativo dei beni mobili (le cosiddette «ganasce fiscali») qualora il debito non venisse saldato entro il termine di 60 giorni. È chiaro che lo spauracchio di vedersi bloccare l'auto o il motorino indurrebbe i recalcitranti a onorare subito la cartella. In generale, ha precisato Ruffini, nell'80% dei casi i debiti dei cittadini con gli enti locali non superano i 500 euro e in questi casi le «ganasce fiscali» sono state lo strumento più efficace.

Senza contare che le Entrate sanno benissimo dove «mettere le mani» considerato che il Sistema interscambio dati consente al fisco di sapere tutto del patrimonio e dei redditi di ogni singolo contribuente. In fondo, si può considerare l'audizione di ieri una sorta di «spot» gratuito a favore dell'Agenzia. Ruffini ha infatti ricordato che la «vecchia» Equitalia ha recuperato per conto degli oltre 3.330 Comuni chele hanno affidato la riscossione circa 3,4 miliardi dal 2011 al 2016. I circa 5mila che non hanno scelto lo Stato per il recupero crediti pagano aggi fino al 20% mentre le Entrate applicano il 6% massimo.

Insomma, un bell'incoraggiamento (qualora ce ne fosse bisogno) a fare cassa con le multe e a lasciar fare il lavoro di «convincimento» del contribuente malcapitato all'agenzia diretta da Ruffini.

Una spinta della quale i sindaci non hanno sicuramente necessità in quanto l'ultima relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria degli enti locali ha evidenziato che nel 2015 il gettito delle amministrazioni dalle sanzioni per le violazioni al codice della strada è arrivato a 1,7 miliardi di euro, con un aumento del 45,6% rispetto all'anno precedente. I Comuni si arricchiscono e il cittadino paga.

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