Coronavirus

La scelta decisiva di Bertolaso. C'è il piano della "prima dose": come funziona

Il coordinatore della campagna in Lombardia accelera: "Ecco che cosa faremo in due o tre mesi con le dosi..."

La scelta decisiva di Bertolaso. C'è il piano della "prima dose": come funziona

Il Coronavirus non allenta la morsa sull'Italia: a spaventare è soprattutto la variante inglese, che sta correndo parecchio e risulta essere più contagiosa della prima versione del Covid-19. Siamo ormai alla terza ondata? "In provincia di Brescia non c’è alcun dubbio. Siamo allo stesso livello di incidenza che c’era a novembre in occasione della seconda". A parlare è Guido Bertolaso, che però non sposa affatto la linea delle chiusure a oltranza: "Non si può continuare a chiudere e a limitare. È giusto farlo, ma non basta". Serve infatti un cambio di passo, perché a distanza di un anno dall'esplosione della pandemia abbiamo l'arma che può debellare il virus: il vaccino. "Sappiamo di avere un’arma, purtroppo ancora in quantità scarsa. Bisogna usarla meglio", ha aggiunto.

Effettivamente se a febbraio 2020 si andava nelle case per trasportare i malati gravi nelle terapie intensive, a febbraio 2021 si continuano a somministrare gli antidoti seppur con tutte le difficoltà e i ritardi del caso. In tal senso il coordinatore della campagna vaccinale in Regione Lombardia ha in mente una strategia ben precisa che va ripetendo da una settimana e che pare sia stata attenzionata dal premier Mario Draghi: "Bisogna subito puntare sulla prima dose. Se ho 100mila dosi di vaccino le uso per 100mila persone, non mi riduco a 50mila per poi fare il richiamo".

L'obiettivo di Bertolaso

Il tutto alla luce di uno studio che dice che con la prima dose c'è copertura immunitaria. L'ex capo della protezione civile parla da uomo delle emergenze il cui compito non è quello di estirpare definitivamente il Coronavirus, ma di ridurre il danno: "L'obiettivo, con la prima dose, è ridurre l'ospedalizzazione. È ciò che dicono i numeri di altri Paesi, come Israele". Il traguardo da raggiungere resta ambizioso: tutti vaccinati in Lombardia entro giugno. Se ad aprile si avranno a disposizione tutte le dosi necessarie "saremo in grado di vaccinare più di 100mila persone al giorno". Questo significa "che quei 6,5 milioni di lombardi dai 18 ai 60 anni potranno essere protetti in due o tre mesi".

Secondo gli ultimi open data la Lombardia ha somministrato il 74% delle dosi ricevute, ma a ciò va aggiunto che è il governo a chiedere di fare scorte del 30% dei vaccini: "Bisogna dirla, la verità. In Lombardia ho deciso che quelle scorte vado a intaccarle, perché servono in tempo di pace, non di guerra come siamo ora".

Bertolaso infine, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha riferito di aspettare il vaccino Johnson&Johnson "che prevede una sola dose" e Sputnik che "può decollare se autorizzato".

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