
«Il piano Mattei è in crescita. Abbiamo aggiunto alle nove Nazioni dove abbiamo avviato i primi progetti pilota altre cinque nazioni: Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania. Un approccio incrementale che è nella natura stessa del Piano Mattei». Giorgia Meloni interviene personalmente alla cabina di regia sul Piano Mattei, il programma strategico per la costruzione di un nuovo partenariato tra Italia e Stati Africani, in vista della relazione da trasmettere al Parlamento a fine giugno.
La premier - che ha appena parlato del Piano con il Cancelliere Friedrich Merz - è decisa ad accelerare sul progetto, rafforzandolo non solo nella sua dimensione nazionale, ma anche internazionale. All'orizzonte, infatti, c'è un appuntamento importante: il 20 giugno - annuncia Meloni - Roma ospiterà un vertice congiunto Piano Mattei-Global Gateway, il piano della Commissione europea per rafforzare il contributo dell'Ue alla riduzione del divario globale degli investimenti, che sarà co-presieduto dalla stessa Meloni e da Ursula von der Leyen.
Il Piano Mattei, ricorda Meloni, incassa un'attenzione sempre maggiore «da parte delle Nazioni africane e, consentitemi di dirlo, non solo delle Nazioni africane». La premier ricorda che la presidenza canadese del G7 ha mantenuto l'attenzione sull'Africa e il Sud globale impostata dal G7 a guida italiana, «lavorando in continuità» con Roma, e ha sottolineato che l'Italia continuerà «a lavorare anche con gli Stati Uniti, in particolare nel grande progetto infrastrutturale di Lobito».
Al vertice del 20 giugno, secondo quanto emerso, saranno presenti alcuni Stati africani coinvolti nel corridoio di Lobito (una arteria ferroviaria lunga circa 1.600 chilometri, tra la Repubblica democratica del Congo, lo Zambia e l'Angola) e istituzioni finanziarie multilaterali, «sarà anche l'occasione per annunciare la conclusione di nuovi progetti».
Si tratta di temi che, peraltro, sono appena stati approfonditi durante Codeway Expo 2025, la manifestazione di Fiera Roma dedicata alla cooperazione allo sviluppo e alla sostenibilità che ha riunito il mondo produttivo, le istituzioni internazionali, le organizzazioni della società civile e il mondo accademico, attorno all'obiettivo della crescita condivisa.
«Credo che il nostro ruolo principale debba essere quello di contribuire a una rinnovata centralità del Mediterraneo, sostenendo la vocazione geostrategica dell'Italia come hub energetico e snodo di interconnessioni» continua Meloni. Per questo l'Italia sta lavorando su nuovi strumenti di supporto finanziario. Tra i progetti messi a terra, Meloni ricorda la creazione del centro «Enrico Mattei» per la formazione giovanile e il recupero di 36.000 ettari di aree desertiche, di cui 7.
000 già messi a coltura, in Angola; il progetto Tanit per il riutilizzo delle acque reflue a scopo agricolo in Tunisia; il lancio a settembre di un piano di formazione dedicato alle esigenze delle imprese italiane, insieme a Confindustria. «Molte sono le missioni già compiute dai membri del governo. L'auspicio è rafforzarle per rendere ancora più efficace il nostro cambio di passo verso l'Africa».