Politica

"Piano segreto", "Sta col Pd": i sospetti incrociati di Conte e Grillo

Continua lo scontro nel M5s tra contiani e fedeli alla linea di Grillo. Da entrambe le fazioni si sollevano preoccupazioni e sospetti

"Piano segreto", "Sta col Pd": i sospetti incrociati di Conte e Grillo

Lo scorrere del tempo spesso consente di rimarginare anche le ferite più profonde. Ma in politica le cose vanno in modo diverso. Più giorni passano e più risulta complicato sanare gli effetti degli scontri tra avversari, anche se fanno parte dello stesso partito. Un po’ come quello che sta capitando nel M5s a causa del duello tra Beppe Grillo, cofondatore del Movimento, e Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio e leader in pectore dei pentastellati. Nessuno dei due intende fare un passo indietro. La convinzione dei cosiddetti "pontieri", che stanno lavorando per una ricomposizione tra i due protagonisti, è che se non si trova l’intesa entro questa settimana sarà impossibile trovarla dopo.

Le fazioni di chi appoggia uno o l’altro sono sempre più preoccupate dal rischio scissione. Un rischio concreto che, però, causerebbe danni a tutti. Essere uniti è un conto ma andare divisi farebbe sì che si vengano a creare, come ha sottolineato il sondaggista Nicola Piepoli, due micro partiti.

Qualcuno deve cedere qualcosa. Per questo la risoluzione dei problemi non appare semplice. Come spiega Marco Antonellis su Tpi, ci sono i reciproci sospetti sul fatto che l’uno possa dare la fregatura all’altro. "Vi ricordate cosa accadde durante la crisi di governo?", si chiede retoricamente un fedelissimo contiano. "Ci fu il tentativo esplorativo andato a vuoto e poi Conte rimase con un palmo di mano perché l’incarico andò a Mario Draghi".

Ed è questa la grande paura dei fedelissimi di Conte. Che alla fine Giuseppi resti senza nulla, un po’ come accaduto per il mai nato Conte Ter. Vi è il sospetto che Grillo abbia avanzato la proposta dei "sette saggi" al sol scopo di certificare il fallimento della leadership dell’ex premier per poi incaricare altri. Magari Luigi Di Maio che, una volta terminati senza esito i tentativi di riappacificazione, possa mettere in piedi un triumvirato assieme a Roberto Fico e Virginia Raggi. Non è un caso, sottolinea ancora Tpi, che lo stesso ministro degli Esteri negli ultimi giorni sta ricevendo numerosi complimenti dal garante del M5s.

Ma anche i più fedeli alla linea di Grillo e la base dei pentastellata, quella più ortodossa, temono sgambetti. Perché tra loro si rinforza la convinzione che dietro alle ultime mosse di Conte si celino consigli provenienti da alcuni importanti esponenti dem che vorrebbero trasformare i 5s in una costola del Pd. Un modo per attuare quel "campo largo" di cui spesso si sente parlare tra i vertici dem. Come già aveva riportato Italia Oggi, sono costoro a spingere Conte a fare presto in quanto, fallito il suo tentativo di diventare capo incontrastato del Movimento, deve accelerare "per creare una new company e lasciare a Beppe Grillo la bad company…". Un nuovo soggetto politico saldamente ancorato ai dem.

Un incubo per gli ortodossi del Movimento.

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