
Donald Trump ci crede, convinto che sia il momento di "ottenere una pace permanente e duratura". "C'è più buona volontà ed entusiasmo per il raggiungimento di un accordo, dopo così tanti decenni, di quanto abbia mai visto prima". Le speranze del presidente statunitense sono tutte puntate sul piano di pace americano per Gaza, che ha già condiviso con i leader arabi e che fonti di Hamas hanno prima annunciato di aver accettato in linea di principio, salvo poi smentire di averlo persino ricevuto. E sul quale ci sono segnali di disponibilità anche da parte di Israele. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe manifestato a Channel 12 l'intenzione di "accettare concessioni dolorose e significative" per aderire al piano Usa, in particolare sul graduale ampliamento del ruolo dell'Autorità Palestinese nella gestione della Striscia dopo il conflitto.
Ma cosa prevede il piano? E in che modo potrebbe chiudere per sempre la guerra nella Striscia, dove i morti avrebbero superato quota 65mila? Ecco i punti salienti in base alle anticipazioni.
DERADICALIZZAZIONE
Prevede una Striscia deradicalizzata, libera dal terrorismo e che non rappresenti più una minaccia per i vicini.
RITIRO DELL'IDF
Una volta firmata l'intesa da Israele e Hamas, scatterà la fine immediata conflitto e il graduale ritiro delle Forze armate d'Israele (Idf).
OSTAGGI
Entro 48 ore tutti gli ostaggi israeliani (48 tra vivi e morti) saranno liberati e, solo dopo, lo stesso accadrà a diverse centinaia di detenuti palestinesi condannati all'ergastolo e a oltre 1.000 gazawi arrestati da inizio guerra, assieme ai corpi di centinaia di palestinesi ancora in mano allo Stato ebraico.
HAMAS
Il gruppo dovrà cedere tutte le armi, che consegnerà a una forza araba e internazionale, e dovrà impegnarsi a distruggere e smettere di costruire infrastrutture militari, inclusi i tunnel. Una volta restituiti gli ostaggi, ai membri di Hamas che si impegneranno a una coesistenza pacifica sarà garantita l'amnistia. Per i miliziani che vorranno lasciare Gaza ci sarà invece la garanzia di un salvacondotto verso i Paesi di destinazione.
AIUTI
Il sostegno umanitario sarà affidato alle Nazioni Unite e alla Mezzaluna Rossa, oltre che a organizzazioni internazionali non associate né a Israele né a Hamas. Gli aiuti non dovranno scendere sotto la soglia dei 600 camion al giorno.
GOVERNO
Gaza sarà governata da un esecutivo temporaneo e transitorio composto da tecnocrati palestinesi, supervisionato da un nuovo organismo internazionale istituito dagli Stati Uniti in consultazione con i partner arabi ed europei fino al completamento del programma di riforme dell'Autorità Nazionale Palestinese.
RICOSTRUZIONE
Un piano economico per la ricostruzione sarà elaborato con la convocazione di esperti nella costruzione di città mediorientali moderne e per attrarre investimenti e creare posti di lavoro.
CIVILI
Nessuno sarà costretto a lasciare la Striscia e - a chi sceglie di farlo volontariamente - sarà permesso di tornare. Ma i gazawi saranno incoraggiati a restare e saranno loro offerte opportunità di costruirsi un futuro migliore a Gaza.
STABILIZZAZIONE
Gli Stati Uniti collaboreranno con i partner arabi e internazionali per sviluppare una forza di stabilizzazione internazionale temporanea, che verrà immediatamente dispiegata a Gaza per supervisionare la sicurezza nella Striscia e addestrerà una forza di polizia palestinese.
ANNESSIONE
Israele si impegnerà a non occupare né annettere Striscia di Gaza e Cisgiordania. E a non colpire il Qatar.
STATO PALESTINESE
Quando la riqualificazione di Gaza sarà in stato avanzato e la riforme dell'Anp implementata, potrebbero
esserci le condizioni per un percorso credibile per la creazione di uno Stato palestinese. Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e i palestinesi per concordare un orizzonte politico per una coesistenza pacifica.