Dalla piazza al congresso "Vogliamo oltre il 25% In Emilia siamo a sinistra"

«Stati generali» con 150 delegati nello stabile occupato. Il leader: niente liste alle Regionali

Dalla piazza al congresso "Vogliamo oltre il 25% In Emilia siamo a sinistra"

Negano ancora che formeranno un partito, ma fissano intanto le percentuali che vogliono raggiungere. «Quanti italiani vogliamo coinvolgere? L'obiettivo è superiore a un italiano su quattro». Vale a dire oltre il venticinque per cento. Le sardine adesso sono anche a vocazione maggioritaria. A dare una misura alle loro ambizioni è stato il leader del movimento delle sardine, Mattia Santori, che già a margine della manifestazione di Roma ha sibilato: «Candidarmi? Mai dire mai».

Ieri è tornato sull'argomento: «Puntiamo a trovare un dialogo con la politica, ma non siamo ancora pronti a trovare né i punti del dialogo né un interlocutore del dialogo» ha dichiarato a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata. Hanno tuttavia trovato un loro comico. È Sabina Guzzanti che si è mescolata insieme a loro. Le sardine infatti, dopo la prova nazionale di Roma, a piazza San Giovanni, hanno voluto conoscersi per stabilire le prossime azioni. Per farlo hanno scelto un luogo simbolico e «occupato». Il primo congresso si è tenuto, sempre a Roma, allo spazio Spin Time, palazzo abitato abusivamente da 150 famiglie, celebre perché nel maggio scorso, calandosi in un tombino, intervenne l'elemosiniere del Papa a ripristinare la luce elettrica. Il congresso (le sardine li definiscono «stati generali») è durato tre ore e a prendere parte sono stati 150 esponenti. Negano anche questa etichetta, ma, ieri, le sardine si sono nominate più sardine di altre: hanno una costituito la loro classe dirigente. Una di loro, Grazia Di Saro, coordinatrice di Barletta, ha anticipato che in Emilia Romagna, dove si svolgeranno le prossime elezioni regionali, «non ci sarà un partito delle sardine e neppure liste civiche. Sicuramente appoggeremo la sinistra».

E sicuramente non c'è solo la sinistra da ei fu, la vecchia guardia resuscitata dallo scantinato della storia che a Roma è scesa compatta con suoi Vauro, Michele Santoro, Erri de Luca, a sostenere le sardine. Anche Santori ha riconosciuto che a unirsi al movimento ci sono molti elettori delusi del M5s. Secondo alcuni sondaggi, affidabili, le sardine vengono date al quattro per cento, e il 2.5% sarebbe composto da elettorato grillino in libera uscita. Lusingate da tutti, (ieri si è aggiunto proprio Luigi Di Maio: «Sono bravissimi. Sarebbe bello lavorare insieme»), le sardine hanno promesso che presto avranno un incontro con Giuseppe Conte, altro loro adulatore. Nell'immediato pensano invece ai prossimi appuntamenti. Lo hanno spiegato in un comunicato apparso sui social: «Il nostro prossimo passo è tornare sui territori con iniziative che saranno realizzate in tutte le regioni d'Italia. L'obiettivo è continuare a presentare un'alternativa alla bestia del sovranismo e alle facili promesse del pensiero semplice». Tra le promesse e le richieste delle sardine (oltre le sei formulate, compresa l'abolizione dei decreti sicurezza) c'è dunque il ritorno alla complessità salvo però chiedere, loro stesse, tempo e non entrare nei problemi specifici perché ancora impreparate: «Ieri nessuna discussione su temi politici specifici che per definizione sono complessi e non possono essere affrontati in una mattinata in modo adeguato.

Occorrerà molta pazienza per dare anche un'identità politica a questo fenomeno». E tra le contraddizioni c'è, non ultima, questa: «L'obiettivo delle persone non è decidere o comandare. Ma coinvolgere» ha detto Mattia Santori che, di fatto, comanda le sardine.

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