Piazza vietata a Fdi. Via libera al ramadan

Stop alla manifestazione del 2 giugno. Ma ai musulmani è concesso lo stadio

Piazza vietata a Fdi. Via libera al ramadan

Donne chiuse in un recinto, come schiave, discriminate proprio per la loro condizione femminile: è quanto si è incredibilmente trovato di fronte agli occhi il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (Fratelli d'Italia) in piazza Re di Roma, nella Capitale.

«Numerose persone - racconta al Giornale - stavano celebrando la fine del Ramadan. Tutti uomini, seduti a pregare, mentre poco distante, all'interno di un recinto delimitato da della rete oscurante, si trovavano una trentina di donne, mentre altre erano intente a entrare». Una vicenda che, come spiega il politico, «suscita profonda preoccupazione. In un Paese democratico - chiarisce -, soprattutto occidentale, non dovrebbero vedersi scene di questo tipo». Perché un conto è la cultura, un altro la discriminazione. Le battaglie tanto osannate dai radical chic di sinistra e dai buonisti della prima ora, in testa Laura Boldrini, comprendono anche la tutela di questo tipo di parità? O ci si dovrà sentir nuovamente dire che si tratta di usanze? Anche perché, prosegue Rampelli, «è evidente che la manifestazione fosse stata autorizzata, così come la realizzazione della recinzione montata ad hoc, a creare una sorta di prigione per le donne musulmane, che non potendo partecipare alla preghiera e non potendo vedere neanche l'imam, stavano recluse». L'onorevole ha chiesto ad alcuni agenti di polizia presenti perché non intervenissero, visto anche l'assembramento di persone vietato in tempo di Fase 2. «Mi è stato semplicemente risposto - prosegue - che la manifestazione era autorizzata. Vorrei sapere se la questura di Roma sapeva, visto che la discriminazione femminile è un affronto e la nostra Costituzione, agli articoli 3, 37 e 51 garantisce la parità tra uomo e donna. Sono entrato poco dopo in una chiesa e i fedeli erano regolarmente distanziati. A questo punto sto meditando di chiamare la Boldrini per sapere se c'è una sinistra ancora in grado di difendere i diritti delle donne».

Il tutto mentre Alessandro Urzì, consigliere della provincia di Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige per «Fratelli d'ItaliaL'Alto Adige nel cuore» denuncia che nella sua Regione si è concesso lo stadio per festeggiare la fine del Ramadan, mentre non si consentirà di fare, il prossimo 2 giugno, la manifestazione «promossa da Giorgia Meloni e voluta anche da Lega e Forza Italia». I soliti due pesi e due misure di certa politica che discrimina.

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