"Un piccolo gruppo di pm vuole minare la democrazia"

Lo sfogo di Berlusconi sulla giustizia: "Certi giudici si muovono per aiutare Pd e 5 Stelle"

"Un piccolo gruppo di pm vuole minare la democrazia"

Italia, Europa e leadership da remoto nell'intervista di Silvio Berlusconi a Bruno Vespa per Porta a porta. Il presidente di Forza Italia, che ha trascorso in Provenza il periodo di chiusura dell'Italia a causa della pandemia, ha anche annunciato che a breve tornerà in Italia.

Berlusconi ha preso ancora una volta una posizione nettamente positiva nei confronti dell'Europa: «Devo riconoscere che le decisioni della Commissione europea corrispondono a quello che avevamo chiesto, che ho chiesto personalmente ai colleghi leader nel Partito Popolare Europeo». Ancora: «Se l'Europa questa volta ci avesse abbandonato a noi stessi, sarebbe stata la fine del sogno europeo, ma per l'Italia sarebbe stata la catastrofe: basti pensare che il solo Recovery Fund assegna all'Italia 172 miliardi, che sono più del doppio delle risorse che il governo Conte è stato fin qui in grado di mettere in campo». Ha ricordato «che ci sono i 37 miliardi del Mes, praticamente a costo zero, per la spesa sanitaria e per prepararci a una possibile seconda ondata di contagi in autunno, c'è il fondo Sure per la cassa integrazione, ci sono i fondi della Bei. Sono molti altri miliardi. Soprattutto c'è la fondamentale garanzia della Banca Centrale Europea per l'acquisto sui nostri titoli di Stato, senza la quale pagheremmo interessi altissimi sul debito».

Uno dei primi argomenti affrontati è stata la richiesta di elezioni da parte del centrodestra. «Nello spirito invocato dal presidente Mattarella, e pochi giorni fa dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco, qualsiasi governo avrà bisogno di un clima di concordia nazionale, nel quale l'interesse del Paese prevalga sulla polemica di parte. Questa unità di fondo del Paese l'ho chiesta tante volte quando governavamo ricorda il discorso di Onna nel 2008? la chiedo a maggior ragione oggi. Però gli italiani hanno diritto di decidere finalmente da chi vogliono essere governati».

Berlusconi ha evitato di entrare nella polemica interna alla Lega tra la figura del segretario Matteo Salvini e quella di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, cresciuto nei consensi durante la gestione dell'emergenza coronavirus: «Noi siamo persone serie e rispettiamo la regola che ci siamo dati. Spetta al maggiore partito della coalizione indicare il premier da proporre al capo dello Stato. Se volessimo cambiare questa regola dovremmo deciderlo tutti assieme». Sui guai giudiziari del leader della Lega si è invece sfogato con i suoi: «Non tutta la magistratura, ma un piccolo gruppo di giudici, per aiutare sinistra e M5s, vuole minare la democrazia. L'hanno fatto con me e ora con Salvini».

Ha poi commentato l'ascesa nei sondaggi della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, che ha superato Forza Italia: «Non c'è competizione fra noi, ci rivolgiamo ad elettorati diversi. La gara comunque è con la sinistra, non con i nostri alleati. È un bene che crescano, ne beneficia tutta la coalizione. Del resto sono convinto che quando torneremo a votare, gli elettori non potranno non valutare la qualità e i meriti di Forza Italia, che è l'unico movimento in Italia che rappresenta i valori della tradizione occidentale, l'unico con una classe dirigente di alto livello e con un leader speciale come Silvio Berlusconi, che ha un'esperienza e una competenza me lo lasci dire senza uguali, a cominciare dall'urbanistica e dall'edilizia, dalla comunicazione e dallo sport, che si unisce ad una esperienza decennale di governo e di rapporti internazionali».

Berlusconi ha escluso un governo di unità nazionale: «Non ci sono le condizioni, Fi è incompatibile con la sinistra ed è parte integrante del centrodestra». Non ha però escluso del tutto un passaggio istituzionale che accorpi con Forza Italia parte dei 5s, Renzi e Calenda: «Se si aprissero scenari nuovi, in grado di dare al Paese un governo più adeguato, ne ragioneremmo prima di tutto con i nostri alleati. Ma per ora non vedo all'orizzonte nulla di simile. Mi pare anzi che le scelte di Renzi vadano nella direzione opposta».

Berlusconi ha ribadito che la flat tax «è una delle condizioni indispensabili per far ripartire il Paese». Ha però invitato a non mescolare il tema con il Recovery Fund: «Personalmente terrei separate le due questioni: la flat tax è una riforma fiscale da mettere a regime. Qui si tratta di finanziare il sistema produttivo, le imprese e il lavoro, nell'emergenza. Di riempire di liquidità il mercato, di aiutare anche con contributi a fondo perduto chi è stato danneggiato».

Alla domanda se non sia tempo di rientrare in Italia per riassumere anche fisicamente la leadership di Forza Italia, ha riposto che tornerà a breve ma che la lontananza fisica non mette in discussione il ruolo: «Dottor Vespa, siamo nel ventunesimo secolo! La leadership si esercita anche da remoto, e io non ho mai smesso di farlo. Qui ho lavorato e sto lavorando 12 ore al giorno, in continuo contatto con i leader politici italiani ed europei.

In più ho partecipato quasi ogni giorno a videoconferenze con i nostri giovani, le nostre azzurre, i nostri coordinatori regionali e i rappresentanti di molte categorie imprenditoriali». Infine: «Comunque tornerò presto a casa, ora che è possibile muoversi liberamente».

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