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Pier Silvio a Giorgia: "Non sapevo"

La telefonata dell'ad Mediaset. Ricci: "Ma quale complotto, non faccio il ventriloquo"

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Una telefonata «cordiale» e «di vicinanza» tra Pier Silvio Berlusconi e la Meloni. Poi il grande casinista, «l'imperatore dei rompicoglioni» - definizione di Confalonieri -, Antonio Ricci, il padre-padrone di Striscia la notizia che sfotte i giornali e le loro «mirabolanti» teorie del complotto dietro il caso Giambruno, spiegando che ha fatto tutto da solo, come al solito, per il gusto di rompere i suddetti. E quindi la premier Meloni, che dal Cairo, smentisce le letture politiche della sua separazione: «Non c'è una parte politica. Sto bene, faccio il mio lavoro, come sempre. Non voglio più parlare di questo». Tre pezzi di un puzzle che inizia a ricomporsi.

L'amministratore delegato di Mediaset ha sentito la premier venerdì, quindi dopo la messa in onda dei due fuorionda di Giambruno (il primo mercoledì, il secondo giovedì) e dopo la decisione della Meloni di chiudere la relazione con il compagno. «Non sapevo nulla di Striscia, altrimenti te l'avrei detto. Non ho potuto far nulla per impedirlo», ha spiegato Berlusconi jr. Quindi nessun incontro segreto o comunicazione riservata già a settembre alla premier, che invece ha appreso dell'esistenza dei video dalla tv (del resto il 3 ottobre era tutta sorridente al teatro insieme al compagno Andrea per uno spettacolo dei comici Pio e Amedeo, non proprio una serata da coppia che sta per separarsi bruscamente). Dal mondo berlusconiano-Mediaset arriva dunque il messaggio che non c'è nessuna «manina» dietro la pubblicazione degli audio che sono costati la rottura della premier con il giornalista Andrea Giambruno. Si è favoleggiato, sui giornali, di piani studiati a tavolino, dello zampino della famiglia Berlusconi (tra l'altro con finalità opposte: per aiutare la Meloni a disfarsi di Giambruno, anzi no, per colpire la leader Fdi rea di aver marginalizzato Forza Italia). La verità, come spesso accade, è probabilmente più semplice. Ricci racconta di aver letto mercoledì mattina il servizio di Chi su Giambruno e il suo «cuore gitano», e di aver avuto un'immediata reazione anafilattica. «Siccome sono un laico, specie in estinzione, ho una naturale diffidenza verso i nuovi santi, ricorderete il Caso Soumahoro. Ho pensato subito di utilizzare l'antidoto. Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo. Li ho usati. Così come son solito fare. Come quello di Buttiglione-Tajani che Berlusconi dichiarò esser la causa della caduta del suo governo». Detto, fatto. Ah, quindi non gli ha ordinato Forza Italia di sputtanare Giambruno? «Ho letto ricostruzioni mirabolanti, complottarde, a volte incredibili, ma tutte divertenti. La cosa che mi ha più stupito è che per il 90% dei giornali sembra impossibile che possa esistere qualcuno che prende iniziative di testa sua e non sia un mero ventriloquo» racconta Ricci. Che rivela anche la telefonata di Fedele Confalonieri: «L'incipit è stato: Sei il re dei rompicoglioni, anzi sei l'imperatore dei rompicoglioni. Il seguito, pronunciato in stretto lombardo, anche volendo, non sono in grado di riferirlo», essendo lui ligure.

E Giambruno? Gli amici lo descrivono «sotto un treno», con il «morale a terra» per aver creato un danno a Giorgia «per una leggerezza», preoccupato soprattutto per la figlia. Il licenziamento sembra escluso, Dagospia scrive che tornerà presto a condurre.

A Mediaset c'è chi non ci scommette, «ora serve tempo».

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