Renzi: "Nella legge di stabilità nuova riduzione delle tasse sul lavoro"

Il premier è pessimista sulla crescita del Pil. E sugli 80 euro: "Non posso garantire di estenderli ad altri"

Renzi: "Nella legge di stabilità nuova riduzione delle tasse sul lavoro"

Un piatto di tortellini accoglie Matteo Renzi alla prima puntata della nuova edizione di Porta a Porta. Il riferimento è al patto siglato tra i leader della sinistra europea a Bologna, alla festa dell’Unità. Bruno Vespa scherza con il premier e gli chiede della speciale classifica del fascino stilata tra i leader del Pse: "Sono arrivato sesto su cinque - risponde Renzi buttandola sul ridere - perché c’è lo spagnolo Sanchez che è bellissimo. Per fortuna mi mancano tante cosa ma non l’autostima".

Tornando a temi più seri il premier tiene a dare di sé un'immagine forte:"Mille giorni e riportiamo l’Italia a fare l’Italia. La gente va a letto dopo aver visto il talk show arrabbiata. Dobbiamo fare in modo che la gente vada a letto rassicurata e per fare questo occorre dare prestigio all’Italia", dice il presidente del Consiglio."Vorrei un Paese che smettesse di cedere alla cultura del piagnisteo". Il capo del governo ci tiene a ribadire di non voler mollare: "Vedo gente che dopo un po' che sta al governo si arrende, io preferisco correre il rischio di essere arrogante che arreso. Mi accusano di essere troppo sorridente. Dietro questo sorriso c'è tanta voglia di faticare e lavorare. Non ho mai detto che sarebbe stato facile ma sarà bello".

"Sono accusato - aggiunge il premier - di sorridere un po' troppo e mi domando se sia giusto questo atteggiamento. Ma vorrei che gli italiani avessero la consapevolezza che dietro a questo sorriso c’è uno che ha tanta voglia di faticare, di lavorare".

Quando gli chiedono se intenda dimettersi dalla segreteria del Pd Renzi dice che "non ci pensa nemmeno per un nanosecondo".

L’Italia non sarà mai un paese normale, perché è un "paese speciale per definizione". Renzi risponde così a Vespa che gli chiede se l’Italia riuscirà a diventare un paese normale: "Noi non saremo mai un paese normale, ed è la forza dell’Italia. L’Italia è un paese speciale per definizione. Pensi a quegli imprenditori che nonostante tutto e nonostante tutti, nonostante i politici, continuano a fare il loro lavoro. Però - aggiunge - avremo una burocrazia in cui passiamo dallo logica del certificato a quella del cittadino come protagonista. E poi: ce la facciamo a dimezzare gli arretrati della giustizia civile? Sì che ce la facciamo".

Con malcelato orgoglio nazionalista Renzi si sofferma sul fatto che, secondo alcune analisi, l’economia spagnola sia in uno stato di salute migliore di quella italiana: "La Spagna ha il 25% di disoccupati, non farei a cambio con la Spagna nemmeno se mi pagassero. Smettiamola di dire che l’erba del vicino e sempre più verde. La Spagna ha doppio di disoccupati, noi abbiamo 12,6%".

Molta preoccupazione, da parte di Renzi, per le stime ecomomiche: "Non sono ottimista - ammette - più o meno balliamo intorno allo zero (si riferisce al Pil, ndr) non è sufficiente per ripartire. È lo stop alla caduta ma non la ripartenza". E snocciola cifre: "L'Italia ha fatto -2,4 nel 2012, -2,9 nel 2013, adesso siamo meno 0,2". "Quanto al terzo trimestre 2014 "io fino a che non vedo i dati non sono molto ottimista, balliamo intorno allo 0. I dati macroeconomici ancora nel 2014 non saranno entusiasmanti. Abbiamo frenato la caduta. L'anno prossimo cresciamo - ha aggiunto - cresciamo a patto di mettere le risorse di Draghi su cose concrete".

A un certo punto il premier fa un'altra promessa agli italiani: "Penso e credo che nella legge di stabilità avremo un ulteriore diminuzione di tasse sul lavoro. Ci sono varie ipotesi sui modi e la finanziamo con la riduzione della spesa". Sul come sarà operata questa riduzione "ci sono varie ipotesi: sia la soluzione Irap che la soluzione contributiva hanno pro e contro" ma di sicuro "la finanziamo con la riduzione della spesa". Ciò comporterà che "non subito verranno fuori dati positivi, perché quando tagli la spesa tagli dei denari che circolano, magari all’inizio si balbetta un po'".

Renzi si sofferma anche sulle misure annunciate da Draghi: "Avranno delle ricadute immediate". E aggiunge che l’auspicio è che "le banche non usino quei soldi" che arriveranno dalla riduzione dei tassi di interesse "per investimenti istituzionali, senza rischiare. Bisogna incoraggiare il nostro sistema imprenditoriale, finanziando il rischio, aiutando un ragazzo che vuole fare impresa".

Il premier fa una citazione per criticare-stuzzicare le banche: "È un po come nella famosa frase di Mark Twain: una banca è quel soggetto che ti dà l’ombrello quando c’è il sole e te lo richiede quando piovè. Le banche devono imparare a fare credito".

Capitolo 80 euro. "Non sono ancora in condizione di allargare la platea degli 80 euro", ammette Renzi. E il presidente del Consiglio tiene a precisare: "Può darsi che ce la si faccia, ma non posso metterlo per iscritto". E ancora sugli 80 euro, per rispondere alle (molte) critiche ricevute sugli effetti positivi che non ci sono stati: "Gli 80 euro non sono stati fatti con l’obiettivo prioritario di farli spendere. Il prima punto è un principio di giustizia sociale. Gli 80 euro non sono parte di una strategia di politica economica per il rilancio economia, sono un fatto di giustizia sociale - ha spiegato -. Spero abbia ragione chi dice che a Natale ci sarà più spesa, ma non mi interessa, non è una priorità assoluta. Noi l’abbiamo fatto perché non è vero che la politica non può cambiare e ai cittadini si chiede solamente".

Una precisazione il capo del governo la dedica al commissario per la spending review: "Tre mesi fa Cottarelli ha chiesto di tornare al Fmi per motivi familiari. Io gli ho chiesto di aspettare la finanziaria se no dai l’impressione che non si può fare. Dopodiché io penso che la finanziaria la fai comunque, con o senza Cottarelli, con o senza Renzi".

Sempre sulla spending review Renzi precisa che "il piano di Cottarelli ha un senso ed è sul tavolo: sono 3 miliardi dal recupero di evasione e 17 da tagli alla spesa che non saranno lineari". Che fare con questi 20 miliardi? "Abbiamo risorse - spiega Renzi - per gli 80 euro e altro: o l’abbassamento delle tasse o l’investimento in settori strategici".

Renzi fa sapere che non intende toccare le pensioni più alte:"Il primo piano che Cottarelli presentò voleva tassare le pensioni sopra i 2mila euro e gli ho detto di no: non è che dai i soldi a quelli che prendono meno di 1.500 euro e li vai a prendere a chi prende 2mila. Pensione d’oro non è 2-3mila euro al mese, poi è chiaro che se c’è la pensione da 90mila euro al mese intervieni... Sarebbe un grave errore suscitare il panico tra i pensionati per recuperare 100milioni".

Parole molto dure, quelle del premier, nei confronti delle forze dell'ordine: "Ai poliziotti e ai carabinieri vanno la mia gratitudine e il mio rispetto.

Ma dire, come hanno fatto i sindacati e i Cocer, di voler scioperare è inaccettabile nei toni oltre che illegale, dato che la Costituzione non permette alle forze dell’ordine di fare lo sciopero generale".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica