Tra Plutarco, Tacito e la Luna spuntano persino i selfie
21 Giugno 2019 - 06:00La seconda prova scritta per circa 520mila maturandi spazia dall'autoritratto al condensatore. Quasi inattesi
Esami di maturità, capitolo secondo. Cos'è un autoritratto per la generazione che, solo due anni fa, intonava la hit L'esercito del selfie? Il Miur ha deciso di misurare i ragazzi proprio sull'argomento al liceo artistico, per la seconda prova (che gli studenti di tutti gli istituti superiori italiani hanno affrontato ieri). Una prova «mista» per i candidati alla maturità classica, che quest'anno sono stati chiamati a confrontarsi con due autori: Tacito per la traduzione dal latino (poeta della storia tra i più temuti dalle generazioni di sempre), e Plutarco per il greco. Testi inevitabilmente a confronto. La Fine di Galba tratta dalle Historiae nell'intricata sintassi di Tacito; e un brano di Plutarco con traduzione italiana (la prova riformata, divisa in tre parti, consiste nella traduzione di un testo in lingua latina, nella comparazione di un testo in lingua greca e tre domande a risposta aperta su entrambi i testi). Avrebbe dovuto illuminare il maturando anche sulla traduzione dal latino, il brano greco di Plutarco, tratto da «Vita di Galba»: filo conduttore, infatti, l'assassinio dell'imperatore Servio Sulpicio Galba da parte dei pretoriani e l'acclamazione di Otone. («Chi mai ha considerato di grande peso storico questi brani?» hanno tuonato ieri svariati classicisti).
Quanto ai licei scientifici, i maturandi quest'anno avevano facoltà di scegliere tra due problemi (studio della funzione applicato ad un condensatore e ai cavi della corrente elettrica), per poi rispondere a quattro quesiti su otto. Tema centrale: il campo magnetico presente in più domande: e la fisica, per la prima volta, protagonista della seconda prova.
Campione di curiosità, agli esami del 2019 ripetiamo il liceo artistico. Perché? All'epoca in cui i maturandi sono campioni di autoritratti filtrati su Instagram, sui banchi del liceo, un'ultima volta, è stato chiesto loro di interpretare il proprio autoritratto, in senso tutto personale (per forma e stile: ma traendo spunto dai grandi artisti di sempre); il difficile, qui, era coniugare l'unica e irripetibile capacità espressiva dello studente, col suo bagaglio di abilità tecnico-artistiche, e soprattutto ponendo se stessi al centro dell'attenzione. Ma, al liceo artistico con indirizzo audiovisivo e multimediale, la traccia ha chiesto di guardare alla luna, e all'anniversario dello sbarco del 1969. I candidati hanno provato a progettare un'opera audiovisiva per celebrare (in modo originale) i cinquant'anni dell'allunaggio; a supportarli, alcuni documenti forniti dal Ministero (Alla luna e Canto notturno di un pastore errante dell'Asia, di Giacomo Leopardi, e inoltre due dipinti di Renè Magritte) e ad altri riferimenti nelle scienze e nelle arti. Negli istituti di scienze umane, una seconda prova basata sulla relazione tra la condizione socioculturale e il rendimento scolastico, nella riflessione psicopedagogica del Novecento.
Panico alle spalle, insomma, tra selfie rivisitati (e alla vecchia maniera), la magia della luna anche tra le nuove tecnologie, e quelle lingue «morte» che nessuno, polemica più, polemica meno, per adesso ha ucciso mai.
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