
"Della separazione delle carriere parleremo un'altra volta", promette il procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, nell'aula magna del palazzo di giustizia partenopeo.
Precisazione resa necessaria dalle dichiarazioni del ministro Carlo Nordio, che contestava l'utilizzo di uno spazio pubblico per l'iniziativa dell'Associazione nazionale magistrati chiamata "Giornata per la giustizia", di fatto la prima uscita pubblica delle toghe in vista del referendum sulla riforma. Ma nonostante le rassicurazioni di Gratteri è stato chiaro sin dall'inizio che di fronte alle centinaia di studenti radunati nell'aula magna si stava celebrando la prima puntata della battaglia dell'Anm in vista del referendum della primavera prossima. A officiare la chiamata alla mobilitazione, due giornalisti di Repubblica, don Luigi Ciotti, Giovanni Floris, un nugolo di magistrati di correnti varie e la cantante Fiorella Mannoia che promette "non mi tapperanno la bocca". Tutti uniti in difesa della Costituzione vecchia versione, quella che il Parlamento ha modificato per separare la carriere di giudici e pm.
La star è Gratteri, divenuto ormai personaggio mediatico grazie al programma su La7, al punto che ieri in un paese dell'entroterra calabrese, Cinquefrondi, davanti a una scuola viene inaugurato un murale a lui dedicato, c'è il grande ritratto del procuratore avvolto nella toga e con sotto la scritta "La cultura rende liberi".
All'evento nel tribunale napoletano Gratteri non si tira indietro dal ruolo di leader del nuovo "resistere, resistere" delle toghe. Accusa il governo di ostacolare le indagini antimafia, "ogni riforma che viene fatta aumenta la difficoltà a cercare la prova". Dopo di lui prende la parola il procuratore generale Aldo Policastro che parte all'attacco, "contraddiremo tutti coloro che vogliono farci fare cose contrarie alla legge. Troppi sepolcri imbiancati, troppe ipocrisie e parole vuote continuiamo a sentire". Con chi ce l'ha? "Oggi è odio e rancore che traspare nelle istituzioni", spiega il pg, ma anche "nelle scuole, tra i ragazzi, tra gli adulti, nel dibattito pubblico".
Fuori dall'aula magna restano gli avvocati napoletani, che avevano denunciato come un convegno "in cui si intendono esporre ideologie di parte, mina la percezione di imparzialità ed equidistanza, che dovrebbero rappresentare valori imprescindibili per coloro che esercitano il loro potere in nome del popolo italiano". Ma il messaggio che manda l'Anm è: siamo solo all'inizio.
Anche se i sondaggi dicono che il referendum rischia di trasformarsi in una sconfitta epocale per il sindacato delle toghe, da qua al voto iniziative come quella di Napoli sono destinate a venire replicate in buona parte dei palazzi di giustizia del paese, con buona pace delle perplessità del ministro della Giustizia.