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Pnrr, l'Ue vuole uno sprint. Salvini: "Noi qua da poco"

Il vicepremier: "Altri risponderanno dei ritardi". Ma circola tranquillità sulla prossima tranche

Pnrr, l'Ue vuole uno sprint. Salvini: "Noi qua da poco"

Il premier Giorgia Meloni ha già fatto sapere di non intravedere «problemi» per la terza tranche. In ogni caso, il Pnrr, com'è normale che sia, resta un argomento centrale del dibattito politico-istituzionale. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto senza troppi panegirici. «I prossimi anni saranno cruciali per tutti noi. Le rilevanti risorse messe a disposizione dal Pnrr, dai programmi e dai fondi europei e dal mercato - ha detto il capo dello Stato alle Camere di commercio -, rendono l'obiettivo di uscire dalla bassa crescita degli scorsi decenni alla nostra portata». Per il centrosinistra è un «monito». E per quella parte come potrebbe essere altrimenti? L'espressione su cui l'opposizione si sta concentrando è «momento di mettersi alla stanga». Come se fosse una spada di Damocle sulla maggioranza. Una sferzata, semmai, che per la minoranza ha il sapore di una preoccupazione. Ma il ministro Raffaele Fitto, che ha le deleghe alle politiche di coesione e al Pnrr, è stato cristallino: «Stiamo superando una serie di difficoltà e di criticità che ci sono. Lo spirito è costruttivo e l'approccio del governo, come la presidente Meloni ha già detto nel colloquio con la presidente Von der Leyen, va in questa direzione».

Il punto è che l'esecutivo precedente a questo, quello presieduto da Mario Draghi, ha messo per terra la parte teorica. Alla maggioranza di centrodestra spetta la parte esecutiva, e in fretta. Adesso servirà - come ribadito da più membri dell'esecutivo - sussidiarietà e dialogo con gli enti intermedi dei vari territori nazionali. Per Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli Affari economici e monetari dell'Ue, la parola d'ordine è «accelerare». «L'economia italiana ed europea - ha premesso l'ex presidente del Consiglio - sembravano avviate verso la recessione, strette dalla crisi energetica e da un'inflazione a doppia cifra. Oggi quel rischio si è attenuato. Il Pil nell'ultimo trimestre dell'anno ha subito solo una lieve contrazione dello 0.1%, l'inflazione intanto è calata di oltre 2 punti rispetto al picco dei mesi scorsi con i prezzi dell'energia scesi a livello pre crisi». Però sul Pnnr - ha osservato - non si può che cambiare marcia. Le pretese di sprint non possono però attecchire su un governo che è in carica da troppo poco tempo. E infatti il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ci ha tenuto a sottolineare qualche aspetto. «L'Europa dice che siamo in ritardo con il Pnrr? Noi siamo qua da cinque mesi, quindi di quello che è accaduto due, tre, quattro anni fa risponderà qualcun altro. Io sto correndo come un matto per sbloccare, finanziare e velocizzare», ha detto il leader della Lega. E ancora: «Diciamo che l'Europa si deve rendere conto che c'è stata una pandemia e c'è una guerra in corso, quindi ridiscutere modi e tempi penso che sia di buon senso». Poi la specificazione sul dialogo avuto con il presidente del Consiglio: «Ne parlavo con Giorgia Meloni stamattina - ha continuato -. Noi vogliamo spendere tutti i soldi a disposizione, però se l'acciaio costa di più, se il cemento costa di più, se i serramenti costano di più e se si fatica a trovare ingegneri e operai, non è un problema solo italiano, è un problema europeo.

Quindi conto che l'Europa aiuti e non tagli, minacci o imponga come accaduto in passato», ha chiosato Salvini.

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