
Proprio nel momento in cui il governo sta predisponendo una rimodulazione dei fondi del Pnrr per incentivare la sostituzione dei veicoli inquinanti con modelli elettrici e ibridi, l'Autorità nazionale anticorruzione accende i riflettori sulle fragilità strutturali del Piano. La relazione annuale dell'Anac al Parlamento, presentata dal presidente Giuseppe Busia, ha infatti messo in evidenza ritardi nell'attuazione, sprechi e dinamiche opache nella gestione degli appalti.
«Nonostante l'accelerazione impressa negli ultimi mesi avverte Busia preoccupa l'andamento della spesa, in alcuni settori ancora inferiore al 30% delle risorse destinate». Il rischio concreto, secondo l'Autorità, è che una parte significativa dei progetti non venga completata in tempo utile. «Dobbiamo prepararci a un'inevitabile contrazione nell'avvio di nuove procedure. I dati ci dicono che non tutti i progetti arriveranno in tempo», ha spiegato il presidente.
Un contesto che ha spinto l'esecutivo a rivedere alcune misure del Piano, facilitando il trasferimento di 597 milioni di euro inizialmente destinati all'installazione di 20.500 colonnine di ricarica progetto rimasto al di sotto delle aspettative a un programma di incentivi per la rottamazione di veicoli a combustione interna. Il nuovo schema prevede bonus fino a 11.000 euro per i privati e fino a 20.000 euro per le microimprese, che rottamano un veicolo inquinante e ne acquistano uno elettrico o ibrido a basse emissioni. L'operazione, spiegano da Palazzo Chigi, punta a sostituire 39.000 veicoli entro il 30 giugno 2026, con priorità alle aree urbane più esposte all'inquinamento.
Il cambio di rotta trova una sua logica anche nella fotografia offerta dall'Anac. Busia denuncia infatti un uso eccessivo dell'affidamento diretto. «Nel 2024 rappresentano il 98% degli acquisti di servizi e forniture», ha sottolineato. Una distorsione che favorisce concentrazioni sospette attorno alla soglia dei 140.000 euro, appena sotto il limite che richiederebbe gare pubbliche. «Cresce il numero di affidamenti non concorrenziali, spesso frutto di frazionamenti artificiosi degli appalti», ha aggiunto, denunciando un «proliferare di comportamenti opportunistici, dietro cui si nascondono sprechi e, talvolta, infiltrazioni criminali».
Non mancano poi le criticità legate alla sicurezza sul lavoro. «Nel nostro Casellario delle imprese abbiamo registrato 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza solo nel 2024, con un incremento del 43% rispetto al 2023», ha detto Busia, definendo «inammissibile» il numero di incidenti e morti sul lavoro, anche all'interno degli appalti pubblici.
Davanti a un quadro simile, la rimodulazione dei fondi verso misure ad alta efficienza e impatto rapido come la mobilità sostenibile diventa una risposta necessaria. «Sarà probabilmente essenziale dirottare alcuni progetti e creare un ponte fra il finanziamento Pnrr e altri fondi europei, perché il tempo stringe», ha concluso Busia.
Mentre il negoziato con Bruxelles continua e si prepara la sesta revisione del Piano, il governo
cerca così di salvare i fondi, puntando su interventi realizzabili nei tempi e coerenti con la transizione ecologica. Ma il monito dell'Anac resta chiaro: senza monitoraggio nessuna riforma potrà dirsi veramente compiuta.
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