Una giornata simbolica, quella del Vax day di ieri, per dimostrare che l'Europa è unita nella battaglia contro il Covid, macchiata però dalle polemiche sollevate dalla modesta quantità di dosi consegnate all'Italia. Soltanto 9.750 per uno dei Paesi più colpiti dal virus, contro le 151.125 destinate alla Germania o alle 19.500 finite in Francia. Persino l'Ungheria, che con la Svolacchia ha anticipato di un giorno i membri della Comunità europea, ne ha ricevute molte di più.
Il ministro Roberto Speranza non ha voluto alimentare il polverone, sottolineando il carattere simbolico del numero di dosi consegnate per il 27 dicembre a tutti i Paesi europei in attesa che dai prossimi giorni cominci la vera e propria campagna vaccinale. Poi il ministero della Salute ha precisato che i contratti con le aziende produttrici sono stipulati direttamente dalla Commissione europea per conto di tutti i Paesi membri, ognuno dei quali riceve la quota percentuale di dosi spettante in proporzione alla popolazione, secondo le stime Eurostat. Anche l'ufficio del commissario straordinario Domenico Arcuri nega che ci sa stata una qualche discriminazione nella distribuzione per il Vax day: la Germania avrebbe avuto 11mila dosi, le 150mila che gli sono state consegnate farebbero parte delle forniture successive che da noi cominceranno ad arrivare nei prossimi giorni in base alla percentuale di popolazione. Per tutto gennaio l'Italia riceverà 470mila dosi a settimana che verranno distribuite direttamente dalla casa farmaceutica nei 300 punti di somministrazione individuati dalle Regioni, prevalentemente ospedali, che sono in grado di conservarlo a -70 gradi. Salvo imprevisti, alla fine del mese si raggiungerà il totale di 1,8 milioni di dosi promesse come prima tranche. Dalla quarta settimana di febbraio, poi, le dosi settimanali cominceranno ad aumentare progressivamente. L'obiettivo è quello di ottenere nel primo trimestre del 2021 gli 8,748 milioni di dosi previste dal contratto stipulato con la Pfizer-BionTech. E poi, non appena il siero di Moderna otterrà il via libera dall'Ema, la prima settimana di gennaio, nel giro di 15 giorni ne dovranno arrivare altre 1,346 milioni. Complessivamente il nostro Paese ha previsto di avere nel primo trimestre del 2021 la disponibilità di oltre 28 milioni di dosi, oltre al vaccino della Pfizer e di Moderna, 2 da Curevac e 16,1 da Astrazeneca. Dosi che saranno sempre i militari a distribuire sul territorio.
La distribuzione dei vaccini, dunque, proseguirà dosando le quantità in proporzione alla popolazione. Sessanta milioni di abitanti dell'Italia, contro gli oltre 83 milioni della Germania, che entro gennaio punta a vaccinare circa un milione di cittadini con doppia inoculazioni.
La Spagna riceverà invece 350mila dosi a settimana, il Portogallo entro la fine dall'anno 80mila. Per Norvegia, Svezia e Islanda le prime dosi saranno 10mila, mentre per la Danimarca 40mila. L'Olanda non comincerà le vaccinazioni prima dell'8 dicembre.
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