Sfogliando certi giornali o prestando orecchio alle dichiarazioni di certi politici si ha la sensazione che la gestione della manovra di questo governo sia la peggiore di sempre. Poi però riavvolgi il nastro della storia e ti accorgi che non è così. Per farlo occorre avere una buona memoria oppure affidarsi a chi queste cose le mastica. È il caso di Renato Loiero che ha navigato a lungo nei palazzi della politica. Il premier Meloni lo ha voluto al suo fianco come consigliere economico. Sulla scrivania il dossier più caldo del momento: la manovra.
Tanto clamore per le 44 correzioni della Ragioneria dello Stato...
«È fisiologico che in prima lettura vengano apportate decine di modifiche chieste dalla Ragioneria: nella legge di Bilancio per il 2022 ne sono state chieste più di 30 e in quella precedente quasi 50. Mi lascia perplesso il fatto che alcuni quotidiani le mettano in prima pagina con toni sensazionalistici».
E le polemiche sugli errori?
«Sono strumentali. Pensi che qualche anno fa si è intervenuti con un decreto legge urgente per correggere alcune irregolarità contabili dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale».
Ricorda manovre chiuse al fotofinish?
«Tutte le leggi di Bilancio degli ultimi anni sono state approvate in limine mortis».
Nessun record negativo quindi?
«Semmai parlerei di record positivo: si è riusciti a vararla pur avendo votato a fine settembre. L'ultima volta che si è votato in autunno c'era ancora la monarchia. È stata un'impresa titanica che in pochi credevano possibile. Tra gli addetti ai lavori prevaleva lo scetticismo. Pensavano che l'esercizio provvisorio fosse inevitabile».
Intanto sull'Italia si abbatte la tempesta perfetta.
«Se non ci trovassimo in questa situazione, di cui il governo non ha alcuna responsabilità, avremmo potuto approvare misure tre volte superiori a quelle messe in campo. Pur impegnando due terzi delle risorse sul caro energia, la manovra prevede comunque la riduzione di deficit e debito».
E le fasce più deboli?
«Il piatto forte è l'aumento del 50% dell'assegno unico per le famiglie numerose e per i figli nel primo anno d'età. Poi ci sono il bonus bollette per le famiglie bisognose, la riduzione dell'Iva dal 10 al 5% per i prodotti per l'infanzia e un fondo da 500 milioni per l'acquisto di beni di prima necessità».
Il fatto è che i rincari hanno falcidiato il potere di acquisto degli stipendi.
«Per questo abbiamo esteso il regime forfettario degli autonomi e tagliato di tre punti la decontribuzione per i lavoratori con redditi sotto i 25mila euro».
E i pensionati?
«C'è un meccanismo di rivalutazione delle pensioni che aumenta con il decrescere degli importi. Nel caso delle pensioni minime l'indicizzazione è del 120% e per gli over 75 vengono innalzate fino a 600 euro».
Conte, però, dice che odiate i poveri.
«Questo governo lotta contro la povertà, non contro i poveri. E infatti la revisione del reddito di cittadinanza non riguarderà disabili, over 60 e persone con minori a carico.
Abbiamo anche previsto una decontribuzione per chi assume i percettori occupabili. Si vuole costruire un ponte verso il lavoro invece di erogare un sussidio all'infinito che mortifica chi lo riceve ed è insostenibile per le casse dello Stato».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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