S'indigna e prova a difendersi Giuliano Poletti, ministro del Lavoro "pizzicato" nel 2010 a tavola con l'allora sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’ex ad dell’Ama Panzironi, il dimissionario assessore alla casa Ozzimo e il capo della cooperativa sociale 29 giugno Salvatore Buzzi, tutti indagati nell'inchieste sull'associazione mafiosa infiltrata negli enti locali della Capitale.
"È sgradevole essere tirato ancora in ballo", ha detti il ministro a il Messaggero, "Allora ero il presidente della Lega delle cooperative e se fai il presidente delle Coop o di Confindustria e della Confartigianato o di qualsiasi associazione di qualche rilievo, è ovvio che partecipi a tante iniziative e incontri tante persone. Se hai un ruolo pubblico, inevitabilmente partecipi a migliaia di incontri e di certo non puoi conoscere tutti quelli che aderiscono alla stessa iniziativa".
Insomma, nessuna preoccupazione di essere coinvolto: "Non ho fatto nulla con nessuno e non ci possono essere, e non ci sono, corresponsabilità di alcun tipo.
Buzzi lo conoscevo in quanto presidente o vicepresidente della più importante cooperativa sociale di Roma. È ovvio che sia andato alla sua assemblea di bilancio e che abbia partecipato a delle sue iniziative. Ma la cosa è nata e finita lì. Buzzi non è una persona che ho frequentato in altre occasioni".
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