La politica unita: "Ha fatto la Storia"

Le reazioni da Salvini a Gualtieri

La politica unita: "Ha fatto la Storia"

Da destra a sinistra, la morte di Mikhail Gorbaciov non lascia indifferente la politica italiana, alle prese con la campagna elettorale. Non solo Silvio Berlusconi. Con lui anche gli altri leader del centrodestra, compreso il capo della Lega, Matteo Salvini commentano: «Ci lascia un uomo che ha lasciato un segno importante nel secolo scorso. Buon viaggio, Gorbaciov». Per Mario Lupi di Noi Moderati: «Mikhail Gorbaciov è ora nella storia della libertà dei popoli. La sua politica di Glasnost e Perestrojka, trasparenza e cambiamento, ha liberato dal giogo comunista centinaia di milioni di persone. Cresciuto nel solco dell'ideologia comunista è stato un uomo libero e coraggioso, capace di smantellare, con il suo amico Reagan, la cortina di ferro, che entra di diritto nella storia contemporanea. Il mondo libero gli deve molto, anche l'Italia. Il suo riformismo resta un esempio per tutti».

Commenta anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri: «Con #Gorbaciov se ne va un grande protagonista del '900, leader illuminato e coraggioso che ha saputo dialogare con l'Occidente, mettendo al centro la pace e contribuendo alla fine della guerra fredda. Un uomo che ha saputo coltivare la speranza». Per Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia (FI) e presidente della Commissione esteri a Palazzo Madama: «Gorbaciov è stata una delle personalità più significative del secondo Novecento, l'uomo che, con il suo tentativo riformatore, ha portato a maturazione il processo dissolutivo dell'universo sovietico. Probabilmente, egli avrebbe immaginato una Russia saldamente integrata nelle dinamiche del contesto globale, in rapporto positivo e costruttivo con l'Occidente e con l'Europa, e in chiave diversa dall'approccio regressivo che segna questo tempo storico».

Caterina Bini, sottosegretaria di Stato per i rapporti con il Parlamento e senatrice Pd, dà l'addio al «padre della perestroika, ultimo leader dell'Urss, artefice, con la sua politica, della fine della guerra fredda che fu, anche per questo, insignito nel 1990 del Nobel per la pace».

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