La polizia si riprende piazza Alimonda «Tirate via la targa di Carlo Giuliani»

Sarà un 20 luglio molto caldo in piazza Alimonda a Genova. Quel giorno infatti come tutti gli anni si raduneranno coloro che vogliono ricordare Carlo Giuliani, morto lo stesso giorno di 14 anni fa negli scontri con le forze dell'ordine a margine del drammatico G8 svoltosi nell'estate 2001 nel capoluogo ligure. Ma quest'anno c'è una novità. È stata autorizzata infatti anche una manifestazione nella stessa piazza del sindacato di polizia Coisp, per riappropriarsi della piazza e iniziare una raccolta firme per rimuovere la lapide che ricorda Giuliani. «Quest'anno - spiega il segretario ligure del sindacato, Matteo Bianchi - siamo riusciti ad ottenere di poter svolgere l'iniziativa proprio in piazza Alimonda, grazie a una richiesta inviata alle autorità competenti il 19 luglio 2013, con un anticipo di oltre due anni».

Una manifestazione che sembra preludere a una giornata di scontri, anche se, secondo il Coisp, «non vuole essere assolutamente etichettata come una boutade o peggio ancora una provocazione, ma vuole essere un momento costruttivo dal quale però far emergere il G8 genovese in tutta la sua cruda e difficile realtà, evitando che diventi per l'ennesima volta solamente un pretesto per attaccare l'operato delle forze dell'ordine». Non è però della stessa idea la famiglia di Giuliani. «Non è possibile, non verranno in piazza Alimonda. Lì ci saremo già noi, come ogni anno, a ricordare l'uccisione di Carlo», trasecola il papà Giuliano, che spera che gli esponenti del Coisp vengano «fermati prima di arrivare in piazza».

Di «indecente provocazione» parla Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, mentre per il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni «organizzare una manifestazione, come annunciato dal Coisp, su quanto avvenne nel luglio 2001 al G8 di Genova, e farla in piazza Alimonda il prossimo 20

luglio, con l'intento di rimuovere la targa che ricorda l'uccisione di Carlo Giuliani, nonè un contributo alla verità e alla giustizia, bensì una provocazione inaccettabile». E meno male che mancano ancora undici giorni.

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