Mondo

Polonia, sciopero delle donne per l'aborto. Il sindaco di Varsavia aderisce alla protesta

Migliaia di persone in piazza. Il sostegno della figlia del presidente Duda

Polonia, sciopero delle donne per l'aborto. Il sindaco di Varsavia aderisce alla protesta

Non solo Varsavia. Migliaia di persone sono scese in piazza anche a Cracovia, Brelsavia, Sttetino e Lodz. Marce, protese e anche uno sciopero delle donne, come voluto dall'associazione Ogolnopolski Strajk Kobiet, con il sostegno di molti uomini, molti impiegati che hanno aderito nel settore pubblico e privato, nelle università e in altri settori. Hanna Zdanowska, sindaco di Lodz, terza città del paese, ha postato sui social media la foto della sua sedia vuota in ufficio. E anche il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, ha aderito alla protesta. È il settimo giorno consecutivo che la Polonia scende in piazza contro il nuovo corso.

Obiettivo: far sentire la propria voce contro la sentenza del Tribunale Costituzionale polacco che giovedì scorso, su istanza di un gruppo di deputati conservatori, ha dichiarato incostituzionale l'aborto e lo ha vietato anche in caso di grave malformazione del feto, rendendo ancora più restrittiva una legge tra le più rigide d'Europa. L'interruzione di gravidanza ora è consentita solo resta in caso di pericolo per la vita e la salute della madre e nel caso di stupro e incesto.

A Varsavia, la folla ha marciato dalla sede di Ordo Iuris, gruppo conservatore che ha fatto pressione per il divieto totale del diritto d'interrompere le gravidanze, fino al palazzo del Parlamento, circondato da agenti di polizia antisommossa. La rabbia popolare per la decisione è rivolta contro la Chiesa cattolica romana e contro Jaroslaw Kaczynski, leader del partito Diritto e Giustizia al potere e politico più potente del Paese. Intanto Kinga Duda, figlia del presidente Andrzej Duda, che ha detto di appoggiare la sentenza, si è schierata invece contro il divieto dicendo di non poterlo accettare. Nominata consigliera non retribuita del padre sulle questioni sociali, ha detto che ogni donna incinta il cui feto possa morire da un momento all'altro alla nascita dovrebbe poter decidere che cosa fare, visto che sarà lei ad «affrontare le conseguenze della sua decisione per il resto della vita».

Domenica le donne sono entrate nelle chiese per interrompere le messe e hanno imbrattato gli edifici ecclesiastici con gli spray. Kaczynski, martedì sera, ha accusato i manifestanti di cercare di «distruggere la Polonia» e ha invitato i sostenitori del suo partito a difendere le chiese «a ogni costo». Un annuncio che i critici hanno paragonato a quello fatto nel 1981 dal leader comunista Wojciech Jaruzelski per introdurre la legge marziale.

Alcuni hanno visto le parole del leader politico come un incitamento alla violenza, visto che il 71enne ricopre la carica di vice premier responsabile della polizia e dei servizi di sicurezza.

Commenti