"Al Ponte penseremo noi. Mafie alleate per riciclare, ma le interdittive funzionano"

Parla il capo della Dia Michele Carbone: "Ecco le norme utili a stanare chi si infiltra nelle imprese colluse"

"Al Ponte penseremo noi. Mafie alleate per riciclare, ma le interdittive funzionano"

«Siamo pronti a vigilare sui cantieri del Ponte sullo Stretto». Nel giorno in cui il ministro dei Trasporti Matteo Salvini definisce la grande opera «un acceleratore» infrastrutturale per il Sud, per la Sicilia e la Calabria studiato in tutto il mondo» il direttore della Dia e generale della Guardia di Finanza Michele Carbone ribadisce: «Il sistema delle interdittive funziona, siamo pronti a svolgere l'attività di prevenzione che sarà decisa dagli organi istituzionali, abbiamo già un expertise molto importante di esperienza, capacità e risorse».

Il Ponte è a rischio mafia?

«Gli investimenti pubblici rappresentano un'importante opportunità di profitto per la criminalità organizzata, l'ingerenza nella filiera realizzativa costituisce un fattore di rischio, tanto più elevato se interessano aree geografiche ad alto inquinamento mafioso».

Le leggi vigenti bastano?

«Il modello italiano antimafia che abbina repressione e prevenzione, amministrativa e giudiziaria, è un riferimento per legislazioni e le Istituzioni europee».

Quali i presidi più importanti?

«Parallelamente alla crescita delle infrastrutture finanziate da risorse pubbliche si è amplificata l'importanza della prevenzione amministrativa antimafia innestata nelle procedure di affidamento delle commesse pubbliche. Un ambito in cui il legislatore assegna alla Dia la veste di capofila nei monitoraggi condotti dai Gruppi interforze sotto l'egida di Prefetture e Struttura di prevenzione antimafia del ministero dell'Interno».

Che anno è stato il 2024?

«Può essere considerato l'anno della prevenzione amministrativa antimafia: sono cresciute del 13% le interdittive e del 32% i provvedimenti di prevenzione collaborativa, più che raddoppiati gli accessi ai cantieri. Un background da mettere a frutto anche nei controlli sulle imprese coinvolte nel Ponte».

Perché è così importante?

«Le mafie tendono sempre più ad infiltrarsi nel tessuto economico ed aziendale, con forme sempre nuove gli imprenditori collusi o contigui si prestano a mutazione di assetti societari, intestazioni di quote e di azioni, cariche sociali, per consentire alla criminalità organizzata il controllo di soggetti che fungono da schermo nei rapporti con la Pa. I progetti finanziati riguardano settori tradizionalmente appetibili, come edilizia civile e infrastrutture. La prevenzione amministrativa nella valutazione della possibile infiltrazione valorizza anche le prove indiziarie».

Con quale strumento?

«Con il dl 19/2024 è stato coniato il nuovo reato di trasferimento fraudolento di valori ex articolo 512-bis del Codice penale che sanziona proprio chi crea difformità tra situazione reale e di fatto, in maniera tale da consentire a soggetti che ne sarebbero inibiti di sviluppare rapporti con la Pa».

In opere ad alto know how dove avviene l'infiltrazione?

«Ad essere esposto è tutto l'indotto, dalla fornitura e trasporto di terra, materiali inerti, calcestruzzo al nolo dei macchinari, dalla logistica alla guardianìa dei cantieri, dalle mense ai servizi ambientali e ai rifiuti, dall'alloggiamento delle maestranze all'intermediazione di manodopera, tant'è che sono proprio questi i comparti che la legge Severino 190/2012 classifica come maggiormente esposti ai rischi di infiltrazione e per i quali è prevista l'iscrizione nelle white list prefettizie, elevato a requisito di partecipazione alle gare prima ancora che di aggiudicazione di commesse».

Da Nord a Sud si moltiplicano le ipotesi di alleanze mafia-camorra-'ndrangheta...

«Operazioni come Assedio condotta dal Centro operativo Dia di Roma o Hydra sviluppata a Milano sotto le rispettive autorità giudiziarie, hanno disvelato come gruppi di camorra, esponenti di 'ndrangheta e Cosa nostra abbiano maturato la capacità di integrarsi adottando modalità operative che hanno lentamente abdicato al controllo del territorio, quale spazio fisico, per aggredire lo spazio economico-finanziario. La coesistenza ha favorito sinergie che si sono progressivamente strutturate in un vero e proprio sistema di riciclaggio, capace di assorbire sovrapposizioni, tensioni e frizioni. Un assetto atipico, un laboratorio criminale nelle aree metropolitane più importanti del nostro Paese che hanno superato le logiche del controllo geografico per progredire verso un modello organizzativo fondato sulla convergenza di interessi economici».

Qual è oggi la più temibile?

«Fare classifiche è inappropriato. Le analisi delineano l'immagine di una ndrangheta proteiforme, per la pervicace vocazione affaristico-imprenditoriale e di protagonista nell'ambito del narcotraffico. Rispetto ad altre mafie tradizionali manifesta una versatilità tattica straordinaria, che le consente di adattarsi ai molteplici contesti in cui opera. Essa attrae abilmente i propri interlocutori che spaziano dagli attori della politica locale agli operatori economici e imprenditoriali prospettando un apparente ventaglio di opportunità e vantaggi immediati, per poi fagocitare e controllare tutti i settori in cui penetra. Non vanno altresì trascurate le saldature tra le mafie italiane e straniere. La recentissima operazione Ura del Centro operativo Dia di Bari con la Polizia albanese ha evidenziato i pericolosi legami tra le cosche pugliesi e quelle schipetare nel traffico di stupefacenti e nel riciclaggio.

Giovanni Falcone diceva «Follow the money...»

«L'uso del contante resta rilevante, nonostante i progressi normativi e tecnologici sulla tracciabilità. La criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, continua a sfruttare il contante per mantenere il potere coercitivo e carismatico: la distribuzione materiale di denaro, soprattutto nei contesti di disagio, rafforza il legame sociale tra boss e territorio».

A cosa serve?

«Garantisce anonimato, immediatezza e de-materializzazione della prova, rendendolo veicolo privilegiato per illeciti, droga, armi e

beni, corruzione e finanziamento del welfare e del wellness criminali. La facilità con cui può essere occultato, smistato e frazionato permette un'agilità operativa criminale difficilmente replicabile con strumenti digitali».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica