Camilla Conti
Milano Il via libera della Consob ieri è finalmente arrivato ma la quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza è appesa un filo. Anche i protagonisti dell'operazione mettono le mani avanti: il fondo Atlante proporrà l'estensione dell'impegno a sottoscrivere per un massimo di 1,5 miliardi l'aumento della banca veneta anche «in caso di mancata ammissione alle negoziazioni e il conseguente venir meno dell'offerta», si legge in una nota diffusa ieri. Comunque al minimo della forchetta, ovvero 10 centesimi (il massimo sono 3 euro).
I veri motivi per cui la strada verso Piazza Affari è tutta in salita sono contenuti nel prospetto informativo della stessa quotazione. I dati gestionali riferiti a febbraio 2016 mostrano una riduzione degli impieghi sia rispetto alla fine del 2015 sia rispetto alle stime di budget (-2,6% in entrambi i casi). All'inizio di marzo, poi, «la raccolta diretta ha risentito di una flessione dei volumi connessa con la situazione complessiva dell'emittente», si legge nel documento. Segno che molti clienti hanno spostato liquidità e risparmi in altri istituti.
Il problema è però che il piano industriale 2015-2020 della Popolare di Vicenza si basa «su numerosi assunzioni e circostanze, alcune delle quali e in particolare l'incremento degli impieghi e della raccolta, nonché l'aumento del margine di interesse sono da considerare sfidanti rispetto alle previsioni e i dati attesi del sistema». Per questo, «non vi sono certezze circa la realizzabilità» con possibili effetti negativi sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria di Bpvi. Altri problemi arrivano dai contenziosi: al 31 marzo 2016 i reclami complessivamente presentati dalla clientela della banca sono 4.752 (3.045 al 31 dicembre 2015) per un valore complessivo di quasi un miliardo. Cui si sommano altri 647,4 milioni di richieste economiche avanzate in sede giudiziale e nei confronti del gruppo e procedimenti di natura tributaria per 10 milioni.
L'8 marzo è stata, inoltre, notificata alla banca la comunicazione di avvio di un'istruttoria avanti l'Antitrust per «pratiche commerciali scorrette» con il rischio di ricevere multe tra 5mila e 5 milioni di euro.
E ancora: la Consob ha avviato sei procedimenti sanzionatori nei confronti di esponenti ed ex esponenti dopo l'ispezione condotta fra il 22 aprile 2015 e il 24 febbraio 2016, anche riguardo agli aumenti di capitale 2013-2014. Destinatari dei rilevi è circa la «metà dei consiglieri di amministrazione» attualmente in carica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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