Governo

Pos, retromarcia sui 60 euro: si studia il credito d'imposta per non penalizzare i negozi

Pos, retromarcia sui 60 euro: si studia il credito d'imposta per non penalizzare i negozi

Una manovra complicata. Il terzo pacchetto di modifiche è stato illustrato ieri sera dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. Pd, Verdi e Azione-Iv erano uscite dall'aula in polemica per qualche minuto di ritardo. «Gli uffici del Mef erano pronti con un maxi-emendamento, ma la presidenza della Camera ci ha chiesto di spacchettarlo, il lavoro per comporre e ricomporre anche le coperture non stravolge ma rafforza la manovra anche se è stato molto complicato», ha spiegato il leghista, che si rammarica: «Tanti i provvedimenti che mi sarebbe piaciuto adottare ma non avevo le coperture».

Obbligo di Pos

Salta la misura che aumentava a 60 euro la soglia sotto la quale non scatta l'obbligo di accettare pagamenti elettronici. In cambio il governo potrebbe inserire una misura sui crediti di imposta «che noi caldeggiamo», ha precisato Giorgetti, come forma di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare «di fronte ad un maggiore onere per le commissioni».

Opzione donna

L'idea di agevolare l'anticipo pensionistico a caregiver, disoccupate e invalide al 75%, vincolandolo ai figli, era penalizzante e sostanzialmente incostituzionale. L'ipotesi sembra quella di fissare l'età a 59 anni, consentendo l'uscita a 58 solo per le queste tre categorie, come dice l'emendamento Pd.

Cartelle esattoriali e fisco

L'idea di cancellare quelle sotto i mille euro (in cui non rientrano più multe e tributi locali) non è vista di buon occhio dall'Europa. L'accordo raggiunto in serata prevede uno slittamento al 31 marzo, salvo l'ok delle amministrazioni. Confermata l'ipotesi di allargare fino a 25mila euro i redditi cui verrà ridotto il cuneo fiscale di almeno tre punti. Giorgetti sperava a 35mila, ma mancavano le coperture. Il leghista ha annunciato «la maggiorazione dell'assegno unico per le famiglie con quattro figli o più» e «l'aumento all'80% dell'indennità del congedo parentale», si lavora a estinguere i reati formali se si aderisce alla «pace fiscale». Ma non c'è «nessuna forma di condono fiscale», ha ribadito.

Superbonus

L'incentivo scende al 90% dal primo gennaio 2023, chi riesce a presentare la Cilas entro il 31 dicembre potrà ancora beneficiare dell'agevolazione piena. Ripristinata una vecchia norma sui mutui: possibile tornare dal variabile al tasso fisso. L'Iva sul teleriscaldamento scende al 5%, al 10% sul pellet.

Extraprofitti

La misura voluta da Mario Draghi per raggranellare qualche miliardo è sostanzialmente fallita. La maggioranza vorrebbe alzare l'aliquota dal 25% al 50% escludendo le aziende che non hanno almeno «il 75% dei ricavi» dall'energia: obiettivo 2,6 miliardi di extragettito.

Pensioni minime

Le minime saranno aumentate di oltre 25 euro rispetto ai 574 immaginati dal testo originario della manovra. L'assegno da 600 euro per gli over 75 (con un limite Isee, mentre Forza Italia chiedeva l'estensione a tutti) costerà duecento milioni, Giorgetti ha ipotizzato in commissione «la piena indicizzazione delle pensioni tra 4 a 5 volte la minima».

Reddito di cittadinanza

Prevista un'ulteriore stretta, da 8 a 7 mensilità nel 2023 per i 660mila occupabili. «Si è aumentato a 8mila euro la soglia massima - ha annunciato il ministro dell'Economia - per l'esonero dal versamento dei contributi previdenziali di chi assumerà nel 2023 con contratto a tempo determinato i beneficiari del Reddito», che nel 2024 verrà rivisto.

Le altre misure

Il bonus App18 non sarà abolito, ma scatterà un tetto Isee. Niente norma «salva calcio» che spalma i debiti Covid delle squadre di Serie A fino a 60 mesi con una penale del 3%: «I debiti previdenziali vanno saldati entro i termini, pena le procedure previste», ha detto Giorgetti. Sostegno agli enti locali in deficit, Iva ridotta del 50% per chi acquista abitazioni in classe energetica A e B.

Mille nuove assunzioni tra Polizia e Vigili del Fuoco.

Commenti