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Il post di Toninelli ci costa 2 miliardi

Il ministro "esterna" su Facebook e gli imprenditori calcolano i danni

Il post di Toninelli ci costa 2 miliardi

Roma - Il ministro Danilo Toninelli sta sempre più assumendo i contorni di un Temporeggiatore fuori tempo massimo. Il responsabile delle Infrastrutture non vuole che appalti e bandi vadano a incrociare il percorso della Commissione di tecnici incaricati dallo stesso Toninelli di valutare i pro e contro della linea ferroviaria di alta velocità Torino-Lione. Alla vigilia dell'incontro convocato dal premier Giuseppe Conte per sentire le opinioni dei rappresentanti delle imprese favorevoli ai lavori della Tav, Toninelli ha pubblicato un post sul suo profilo Facebook per dire che si è rivolto alla sua collega Elisabeth Borne chiedendole di far slittare a dopo l'inizio del 2019 i bandi per il tratto di galleria che dovevano essere pubblicati nei prossimi giorni. E questo proprio per non interferire con i lavori della commissione chiamata a giudicare il rapporto costi-benefici dell'opera. «A margine del Consiglio dell'Unione europea dedicato ai Trasporti - scrive Toninelli -, ho siglato con la mia omologa di Parigi, Elisabeth Borne, una lettera per chiedere congiuntamente a Telt, il soggetto attuatore, di pubblicare oltre la fine del 2018 i bandi dapprima attesi a dicembre».

Ed è proprio questo post ad aver reso più acceso il confronto di ieri tra le parti. Conte, Di Maio e lo stesso Toninelli hanno dovuto affrontare una delegazione oltremodo preoccupata. Ed è stata fatta anche una cifra approssimativa di quanto potrebbe costare questo ritardo anche di pochi mesi. Secondo i rappresentanti della categoria degli imprenditori interessati a far continuare i lavori nei cantieri dell'Alta velocità, lo slittamento potrebbe far perdere qualcosa come due miliardi di euro. Oltre al fatto che alcune ditte hanno dovuto rinunciare a buona parte degli operai assunti con la prospettiva dell'apertura dei cantieri.

«Capisco che l'atteggiamento ambiguo di Toninelli possa ingenerare preoccupazione - commenta, Riccardo Molinari, capogruppo della Lega a Montecitorio -. Il mondo imprenditoriale accusa governo di bloccare le grandi opere, ma in realtà non c'è nessun atto dell'esecutivo che va in questa direzione». La Lega, peraltro, ha disertato l'incontro di ieri proprio per marcare la sua distanza dalla posizione del Movimento 5 Stelle. Il ministro Toninelli, però, ribatte alle accuse. «Non si perderanno posti di lavoro e non si perderanno finanziamenti pubblici.

Chi dice che perderemo 75 milioni di euro al mese dice una stupidaggine perché quella firma che il sottoscritto ha fatto con la ministra dei Trasporti francese significa proprio che non perderemo alcun denaro pubblico». RRo

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