Preghiere negate in classe I bimbi a scuola con il rosario

Preghiere negate in classe I bimbi a scuola con il rosario

Palermo «Torni la Madonna», campeggiava ieri su uno striscione affisso da militanti di Forza Nuova dinanzi alla scuola elementare e dell'infanzia «Ragusa Moleti» di Palermo, dove il dirigente scolastico, Nicolò La Rocca, ha deciso e operato la rimozione dei simboli religiosi dall'istituto scolastico. E così, via la statua della Vergine. Messa in disparte. Comunque in buona compagnia, visto che c'è anche quella del Sacro Cuore. La punizione per i due simboli religiosi sembrerebbe proprio irrevocabile. Anche dinanzi alle lamentele dei genitori. Malgrado il loro disappunto mostrato all'ingresso dell'istituto scolastico. E nemmeno il coinvolgimento dei bambini sembra smuovere il ferreo volere del dirigente. Ed ecco che parecchi alunni sono entrati a scuola con al collo il Rosario, accompagnati dai contrasti verbali abbastanza accesi tra mamme e papà. Già. Perché il fronte genitori non è compatto, e se la maggior parte delle mamme e dei papà (ma ci sono anche nonni e zii) si professa «cattolico» e chiede il ritorno delle statue a scuola, con il ripristino dell'usanza di far recitare ai bambini la preghierina in classe prima della ricreazione, alcuni sostengono che «la questione non ha nulla a che fare con la fede» e sottolineano che «si tratta di una scuola pubblica e laica». «Sì fanno eco altri genitori . Ma una scuola italiana, dove si professa per la maggiore la religione cattolica, e per fortuna c'è libertà di culto in rispetto degli altri credo. Probabilmente di tutti fuorchè del nostro». Il fronte genitori, comunque, è pressoché compatto nel denunciare la «non correttezza» mostrata dalla dirigenza nel prendere la decisione di rimozione dei simboli religiosi, perché è stata assunta senza consultare nessuno. Qualcuno la definisce una decisione dittatoriale, presa senza avere sentito prima il parere del consiglio di istituto.

Il dirigente scolastico lo scorso settembre ha scritto una circolare ricordando il parere dell'Avvocatura dello Stato dell'8 gennaio del 2009 che esclude «la celebrazione di atti di culto, riti o celebrazioni religiose durante l'orario scolastico o durante l'ora di religione cattolica». Niente dunque preghiere collettive e niente statue o quadri con Santi e col Papa a scuola. «Un gesto dettato dalla volontà di imporre laicismo e anticlericalismo» - ha commentato Renato Schifani (Fi).

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