Il premier bluffa: basta imposte sul mattone

RomaTaglio delle tasse, aiuti ai «bambini poveri», aperture ai sindaci sul patto di stabilità, bonus fiscali per gli imprenditori: gli ingredienti per una campagna elettorale giocata in attacco ci sono tutti, a cominciare dal sogno: l'Italia può «diventare meglio della Germania», a patto che «torni a fare sogni più grandi e più belli».

Dal cuore del NordEst, prima a Verona per una tappa dei «Cento teatri» e poi a Treviso dagli industriali, Matteo Renzi inizia a scaldare i motori e a costruire le parole d'ordine per la tornata delle Comunali 2016. Una scadenza che si presenta assai difficile per il premier e per il suo partito, visto che si vota in una serie di città tutte governate dal centrosinistra. E che, ciliegina sulla torta, è arrivata anche la crisi a Roma, e la Capitale devastata si è aggiunta a una lista che già comprende casi difficili come Milano e Napoli, dove ancora si brancola nel buio. La sfida dunque sarà dura, e Renzi per ora non può contare su nessun nome forte di candidato che sappia fare da traino locale al voto: dunque non gli resta che iniziare a politicizzare la sfida e fare del suo governo il traino nazionale. Intanto esibendone i risultati, grazie ai tanti numeri in positivo che dopo un anno e mezzo può rivendicare: innanzitutto le riforme già fatte e in via di completamento, a cominciare dall'Italicum («fondamentale») e dal «capolavoro» sul Senato. E poi l'economia: «Dopo anni di recessione finalmente la musica sta cambiando - dice - e il Pil torna al segno più. Ma ora dobbiamo liberare risorse e energie». Di qui dunque la cancellazione di Imu e Tasi, per «far ripartire il settore delle costruzioni, che ha perso 500mila posti di lavoro». Poi la promessa ai Comuni: le spese per investimenti «saranno fuori dal patto di stabilità» dal 2016.

Infine la lotta alla povertà, con un occhio - di sicura popolarità - ai bambini: «Una misura contro la povertà infantile è fondamentale e sarà operativa già dal 2016», assicura, sottolineando però che «l'unico modo per abbattere la povertà è creare ricchezza», e quindi le chiacchiere grilline e non solo sul «reddito di cittadinanza» non hanno costrutto: «Lo Stato ha il dovere non di dare a tutti un reddito ma di creare le condizioni perché tutti abbiano un lavoro, che è diverso».

Agli imprenditori Renzi, recuperando una misura già attuata dal governo Berlusconi, promette uno sconto fiscale per l'acquisto in beni strumentali: «Chi nel 2016 investirà in beni strumentali della propria azienda avrà la possibilità di portare in ammortamento non il 100% ma il 140%. Varrà per un anno solo».

Ma il pacchetto fiscale per le imprese che il premier ha in testa è ben più ampio: si sta infatti verificando con il Mef la possibilità di introdurre già nella prossima Stabilità un taglio Ires di cinque punti, abbattendola al 22,5% (sotto i livelli della Spagna), e uno sconto fiscale sulle fusioni aziendali, nonchè di riportare al 98% il prossimo acconto fiscale, che era stato innalzato da Letta al 120%.

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