Cronache

Presa la boss brianzola della droga

Albanese di 36 anni, "pasionaria" leghista, è accusata di gestire un traffico di stupefacenti

Presa la boss brianzola della droga

Milano. Belloccia, sorridente, fotogenica, sui social apertamente a favore delle istanze No Vax e No Green pass, è stata travolta e seppellita dallo scandalo per aver violato nel modo peggiore uno dei baluardi sposati con sincero ardore dal movimento leghista di cui da sempre si dichiara militante attiva, ovvero la lotta alla droga. Jona Mullaraj, 36enne, origini albanesi, un lavoro nel campo dell'edilizia a Saronno (Va) dove risiede, ieri mattina è finita in carcere a Como per detenzione ai fini di spaccio con l'accusa di essere artefice di un traffico di stupefacenti messo in piedi con grande dedizione tra l'hinterland milanese e la Brianza. A tradirla un complice che aveva il compito di custodire un carico da 450 chili di droga. E che pare non sopportasse più la personalità debordante di questa sorta di «Lady hashish», messa in ginocchio dopo un'inchiesta dei carabinieri della compagnia di Desio (Monza e Brianza) e del pm Carlo Cinque e che la inchioderebbe alle sue responsabilità con elementi «inequivocabili» a suo carico. Accuse che, come sempre, andranno tutte circostanziate e vagliate. In tutto sono però sono cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere scaturite dall'indagine grazie al gip monzese Angela Colella, lo stesso magistrato che mercoledì sottoporrà la Mullaraj all'interrogatorio di garanzia. Un'occasione nella quale l'albanese potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere visto che ieri mattina, davanti ai militari che eseguivano la misura cautelare, è rimasta tranquilla e «abbottonatissima».

Ma veniasmo ai fatti. Il complice della donna - un pregiudicato 45enne con precedenti per violenza sessuale - ha ingannato la donna simulando nell'aprile scorso un furto in un garage nel Milanese, a Cesano Maderno, dov'era stipata la partita di hashish che doveva custodire. Il portinaio dello stabile prima ha chiamato i carabinieri che al loro arrivo hanno avvertito il forte odore di hashish provenire dall'immobile, quindi ha segnalato l'accaduto alla Mullaraj, locataria del box, che aveva incaricato proprio il suo collaboratore di andare sul posto a verificare l'accaduto. Cosa che puntualmente l'uomo ha fatto, senza svelare il suo doppio gioco. Tuttavia, una volta giunto al garage, ha trovato ad aspettarlo i carabinieri.

Che, a casa sua, a Cesate (Milano), più tardi hanno trovato 80 chili dello stupefacente sparito dal box.

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