Politica

In Romagna il presepe "ribaltato": ecco perché

Nella frazione di Villalta spunta la Natività "femminista" con la mamma che riposa e il papà che bada al neonato, è un messaggio di sostegno alla famiglia tradizionale e alla bigenitorialità

Il presepe alternativo di Cesenatico: San Giuseppe culla Gesù mentre Maria riposa

L'ennesima lettura "alternativa" del presepe arriva da Cesenatico. Nella frazione di Villalta del comune romagnolo, in occasione del Natale è stata realizzata una rappresentazione della Natività "ribaltata" nei ruoli: nella grotta, infatti, ci sono il bue e l’asinello a scaldare la Madonna che si riposa dopo il parto mentre è il neo-papà Giuseppe a cullare amorevolmente Gesù appena nato.

La lettura proposta dal comitato culturale "Il Mulino", a detta dei promotori, non vuole avere alcun intento provocatorio: "Abbiamo voluto dare visibilità a quella bella immagine di una piena paternità di Giuseppe che culla suo figlio appena nato come qualunque padre, lasciando riposare Maria". I puristi però non hanno apprezzato particolarmente la scelta, anche perché l'artificio è palese: nella rappresentazione classica della Sacra Famiglia Gesù bambino non è tenuto in braccio da nessuno. È nella culla, riscaldato dal bue e dall'asinello, con San Giuseppe e Maria intenti a celebrarne la venuta. L'elemento cardine del presepe di Cesenatico, invece, non è il bambinello bensì sua mamma, la protagonista che necessita di attenzione, rispetto, riposo. È comprensibile, dunque, che un purista possa storcere il naso.

Ma secondo gli animatori del presepe questa interpretazione vorrebbe essere un omaggio alla bigenitorialità e in particolare al ruolo fondamentale dei papà spesso dimenticati, proprio come lo è San Giuseppe, alla cui immagine non a caso la Chiesa ha dedicato il 2021. Insomma, se da un lato potrebbe sembrare palese l'intento femminista (sottolineato infatti da molti commenti sui social) di voler ammonire i papà che nella gestione dei figli di norma scaricano troppe incombenze sulle madri, dall'altro si tratta di un riconoscimento dato alla paternità, che al contrario in tempi di "divorzificio" (nel 2020 in Italia ci sono state 150 mila richieste di separazione) è considerata solo un onere dal punto di vista economico: la prole resta con la madre, il padre sgancia.

In fin dei conti, però, il messaggio sociale del presepe di Cesenatico potrebbe avere il merito di superare entrambe le visioni "individualistiche" ritornando a proporre l'immagine di una famiglia leale e paritaria nei diritti come nei doveri che nel mondo contemporaneo invece viene picconata di continuo. L'idea, confessano i promotori, prende spunto infatti da una lettera pastorale che il vescovo di Cesena, Douglas Regattieri (che in tempi non sospetti aveva manifestato la sua opposizione al Ddl Zan e alle teorie gender), aveva di recente dedicato alla figura di San Giuseppe proprio allo scopo di valorizzare il concetto di bigenitorialità.

Forse il più tradizionale dei capisaldi su cui si basa l'istituzione familiare, laddove la presenza comune dei genitori nella vita dei figli, oltre che essere un diritto della prole riconosciuto dal codice civile, si contrappone all'istinto talvolta individualistico dei genitori contemporanei, che separandosi con fin troppa facilità antepongono il proprio "benessere" personale a quello della famiglia intesa come ambiente sano in cui far crescere i figli. In questo modo, al contrario, vengono educati al principio consumistico della sostituzione: se qualcosa non funziona non c'è bisogno di affannarsi spendendo tempo e sacrificio per ripararla, basta buttarla via e comprarne una nuova.

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