Il presidente Ue Jansa contro 13 eurodeputati "Burattini di Soros", ma poi cancella il tweet

L'Olanda convoca l'ambasciatore. E chiede lo stop al Recovery per la Polonia

Il presidente Ue Jansa contro 13 eurodeputati "Burattini di Soros", ma poi cancella il tweet

Non solo lo scontro con la Polonia. Ora ci si mette anche il presidente di turno del Consiglio europeo, il primo ministro della Slovenia, Janez Jansa, a creare altro scompiglio in Europa. La Ue è già alle prese con la dirompente sentenza della Corte Costituzionale polacca, che ha stabilito la superiorità della propria Carta fondamentale sul diritto europeo, e si prepara al dibattito di martedì della plenaria di Strasburgo, al quale parteciperanno il premier polacco Mateusz Morawiecki e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Tra le opzioni c'è l'avvio di una procedura d'infrazione nei confronti della Polonia. E l'Olanda chiederà di trattenere i 36 miliardi di euro del Recovery stanziati per la Polonia, dopo la controversa sentenza che ha indebolito la sua appartenenza al blocco europeo.

Come se i problemi non fossero abbastanza, ora il premier sloveno Jana mette altra carne al fuoco, attaccando via Twitter alcuni europarlamentari, salvo poi rimuovere il post della discordia. Il primo ministro sovranista, leader del Partito Democratico Sloveno (Sds) che fa parte del Ppe, ha pubblicato un meme vecchio di anni, in cui si ritraggono «13 dei 226 noti burattini di Soros nel Parlamento Europeo», bollando dunque gli eurodeputati come politici agli ordini dell'imprenditore ungherese George Soros, naturalizzato americano, noto per il suo europeismo, le posizioni pro-migranti e il sostegno ai democratici statunitensi. Nella lista comparsa in Rete ci sono l'ex presidente del Parlamento Martin Schulz, il belga liberale Guy Verhofstadt, e fra gli altri anche l'eurodeputato olandese Hans van Baalen, anch'egli liberale, deceduto nell'aprile scorso. Obiettivo dell'attacco, oltre a Soros, che è da anni nel mirino anche dell'ungherese Viktor Orban, c'è Sophie In't Veld, della quale si riporta un fermo immagine, twittato da un giornalista sloveno, in cui l'eurodeputata dice «rimaniamo imparziali».

La scelta non è stata gradita. «Chiediamo urgentemente a Janez Jana di cessare le provocazioni contro i membri del Parlamento europeo - scrive il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, anche lui in un tweet - Gli attacchi ai membri di questa Camera sono anche attacchi ai cittadini europei». Il premier olandese, Mark Rutte, ha condannato «con la massima fermezza» il «tweet di cattivo gusto». «Il Governo (olandese, ndr) ha appena trasmesso questo sentimento all'ambasciatore sloveno all'Aia», dicono dall'Aja e fonti diplomatiche hanno confermato la convocazione dell'ambasciatore sloveno.

Quanto alla sentenza del tribunale polacco, il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer, ha fatto sapere che si tratta di «una questione seria e complessa, la prendiamo molto seriamente».

Ma non fornisce tempi: «Vogliamo assicurarci che la nostra analisi sia completamente solida dal punto di vista legale». Dovrà trattarsi di un'analisi «incontestabile», che sia «totalmente solida e pienamente supportata dai fatti».

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