Beccato anche il secondo. Il primo era già in gabbia. Tutti e due di nazionalità cecana: tra loro c'è una differenza solo di due anni, Movsar Magomadov (29) e Rassoul Bissoultanov (27). Per il resto sono identici, entrambi criminali e senza pietà; entrambi col tarlo delle arti marziali; entrambi tanto vigliacchi da colpire con calci mortali un ragazzo a terra ormai svenuto, il 22enne Niccolò Ciatti. Una scena di una violenza inaudita che ricorda il pestaggio mortale dei fratelli Bianchi contro il povero Willy Monteiro, 21 anni, a Colleleffo (Roma).
L'aggressione bestiale che ha spezzato l'esistenza di Niccolò, originario di Bagni di Ripoli (Firenze), risale al 12 agosto del 2017 quando nel corso di una rissa all'esterno di una discoteca spagnola in Lloret de Mar il giovane italiano si trovò involontariamente nel mirino di un branco di «impasticcati» capitanato dai due ceceni trasformatisi in «macchine di morte» dall'abuso di alcol e droga. Niccolò era invece un bravo ragazzo, «colpevole» solo di trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. E, soprattutto, di aver incrociato la sua strada con quella di due potenziali assassini. Che, in quella maledetta notte, assassini lo diventarono davvero.
Rassoul Bissoultanov, uno dei due picchiatori-killer, fu individuato e arrestato dalla polizia spagnola nel giro di poco tempo, incastrato anche dalle immagini-choc che lo vedevano protagonista dell'aggressione. All'appello mancava invece il suo degno complice nel linciaggio, quel Movsar Magomadov (destinatario di un mandato di arresto europeo emesso dalla Procura della Capitale) che ieri la polizia francese, col supporto determinante del Reparto crimini violenti del Ros di Roma, ha catturato a Strasburgo dove da tre anni si era rifugiato, tentando di far perdere le proprie tracce. Sia per Bissoultanov (attualmente detenuto in Spagna) sia per Magomadov, la nostra magistratura ha chiesto l'estradizione per consentire che il processo per omicidio volontario venga celebrato in Italia. «Un passo importante e decisivo verso quella giustizia che Niccolò deve avere...», il commento su Facebook di Luigi Ciatti, il padre di Niccolò che non ha mai smesso di combattere per il figlio. A quei «genii» di giornalisti che gli hanno rivolto la solita - e assurda - domanda: «Perdonerà gli assassini di Niccolò?», Luigi Ciatti ha risposto: «Non può esserci perdono per chi è irrecuperabile».
«Vorrei ringraziare i carabinieri del Ros e tutto il servizio di cooperazione internazionale per l'esito dell'operazione che ieri ha portato all'arresto del giovane ceceno accusato, con il suo complice, dell'omicidio di Niccolò - sottolinea il sindaco di Firenze, Dario Nardella - Ricordo quando, nel novembre di tre anni fa, siamo stati in Spagna insieme a Luigi Ciatti per parlare con le autorità iberiche e cercare di capire gli aspetti che rallentavano inspiegabilmente l'iter giudiziario. Ora siamo vicini ad avere risposte e questa è una bella notizia».
«Subito dopo la tragedia che ha colpito la nostra famiglia - ricordano i parenti di Niccolò - ci siamo messi a disposizione della magistratura italiana da cui ora abbiamo ottenuto un segno tangibile di efficacia. Siamo tutti più speranzosi che giustizia venga fatta. Si è perso troppo tempo, ma non ci fermeremo: i colpevoli devono pagare.
Lo dobbiamo alla memoria di Niccolò e di chi non smetterà mai di amarlo».Se si darà rapidamente corso all'estradizione della coppia Bissoultanov-Magomadov il processo potrebbe essere istruito entro pochi mesi. I due ceceni rischiano 30 anni di carcere. Quantomai meritati.
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