Pressing dentro al Copasir: ascoltare Conte e Carta

Il vicepresidente Urso contro la spettacolarizzazione: "Ansia da prestazione dell'esecutivo"

Pressing dentro al Copasir: ascoltare Conte e Carta

Per alcune ore è girata la voce che il Copasir, il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, avesse intenzione di «audire» il premier Giuseppe Conte per chiedergli chiarimenti sulla liberazione di Silvia Romano. Una richiesta che sarebbe dovuta arrivare dalle opposizioni e a cui, così avevano raccontato alcuni rumors in tarda mattinata, la maggioranza non si sarebbe opposta. Con il passare delle ore lo scenario è andato facendosi un po' meno chiaro, anche se resta un forte pressing di alcuni esponenti del centrodestra per sentire il presidente del Consiglio e il generale Luciano Carta, capo dei servizi segreti per l'estero uscente. Questione che sarà affrontata dall'ufficio di presidenza del Copasir, anche se il premier pare intenzionato a «declinare» l'invito adducendo legittime ragioni istituzionali.

Di certo, c'è che la liberazione della cooperante italiana ha molto agitato le acque, soprattutto per la spettacolarizzazione - considerata eccessiva e controproducente - del suo arrivo in Italia. E chissà che a Palazzo Chigi non abbiano finito per pentirsi della corsa alla passerella mediatica fatta sia dal premier che dal titolare della Farnesina Luigi Di Maio, pronti a tutto pur di conquistare un passaggio sui tg. L'immagine dei due con la giovane vestita con gli abiti tipici somali, infatti, forse non è stata lo spot che Conte e Di Maio andavano cercando. In questo senso, ha parlato di «ansia di prestazione del governo» proprio il vicepresidente del Copasir Adolfo Urso. «Prima regola per chiunque operi nel campo dell'intelligence - ha detto il senatore di Fratelli d'Italia - è la riservatezza, tanto più quando vi sono altri italiani rapiti all'estero. Non si giustifica l'ansia da prestazione dell'esecutivo che ha fatto emergere particolari che sarebbe dovuti rimanere riservati». Tra l'altro, proprio Urso ieri aveva in qualche modo accreditato un interessamento diretto del Copasir. «E' nostro dovere occuparcene anche perché una richiesta in tal senso è già stata esplicitata sulla stampa da uno degli esponenti della maggioranza del Comitato. Ovviamente o faremo nei limiti del nostro mandato che obbliga alla segretezza sulle informazioni che riceviamo».

Le critiche, insomma, sono soprattutto per la gestione mediatica della vicenda. Anche perché, dice ancora Urso, «sono emerse troppe foto e troppi filmati, troppi particolari, e da tutto ciò potrebbero aver tratto giovamento altri Paesi che talvolta insidiano proprio i nostri interessi geopolitici in Africa o nel Mediterraneo o persino gli stessi terroristi che sono apparsi vincenti sul palcoscenico internazionale». Non entra nel merito di come è stata gestita la comunicazione della richiesta Raffaele Volpi, deputato della Lega e soprattutto presidente del Copasir. E proprio lui, seppure con il linguaggio un po' burocratico della diplomazia, pare escludere a breve un interesse del Comitato di controllo sui servizi della vicenda di Silvia Romano.

«Continui solleciti o richieste dello stato dell'arte rispetto a situazioni simili riguardanti altri nostri concittadini - spiega - non possono trovare risposte in quanto le stesse potrebbero essere compromissive delle azioni propedeutiche al loro rilascio». Insomma, ritornare sulla liberazione della cooperante italiana, potrebbe compromettere azioni di intelligence tutt'ora in corso per liberare altri italiani.

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