Politica

Pressing delle Sardine sul Pd: dettano l'agenda a Zingaretti

"Se non vogliamo che 'Bella Ciao' rimanga il titolo di una festa, torniamo a cantarla", dice Santori, che chiede di rinsaldare il legame coi territori

Pressing delle Sardine sul Pd: dettano l'agenda a Zingaretti

Con un videomessaggio diretto al leader del Pd Nicola Zingaretti e firmato Mattia Santori, le Sardine bussano alle porte del centrosinistra in previsione dei nuovi scenari politici che sembrano essersi aperti dopo le consultazioni regionali. "Una questione di coerenza", intitola il capo dei pesciolini furiosi, che promette sostegno a patto che si venga a creare una maggiore sinergia tra il partito democratico ed il territorio, dove è presente "una comunità affamata di stimoli ma che oggi si sente distante" dai progetti politici. In una nuova sinistra che strizza l'occhiolino al territorio, spiega Santori,"noi siamo pronti a metterci la faccia".

Il leader delle Sardine, gruppo all'interno del quale vi erano stati di recente profondi screzi tra coloro che si sarebbero voluti buttare subito nel mondo della politica ed altri più indirizzati a mantenere l'originaria linea di movimento attivo nelle piazze, spiega fin dall'inizio della lettera lo spaesamento dinanzi al complesso mondo delle logiche partitiche.

"La politica è una faccenda strana, perché se la guardi da dentro capisci quasi tutto, se la guardi da fuori non si capisce proprio niente", spiega Santori come riportato da "AdnKronos". "In questi mesi ci è capitato di guardarla da ambo le parti, e di partecipare attivamente a due campagne elettorali e una campagna referendaria. Abbiamo potuto toccare con mano la distanza siderale che esiste tra i partiti e gli elettori". Un problema che resta aperto ed irrisolto anche dinanzi a dei risultati elettorali che coprono questo profondo divario. E per rendere ancora più concreto il suo ragionamento, il capo delle Sardine ricorda quanto accaduto a Renzi.

"Renzi nel 2014 aveva il 40%, oggi a malapena raggiunge il 3%. Il Pd nel 2015 governava in 16 regioni, oggi in 5. I Cinque Stelle hanno dilapidato milioni di voti nel giro di due anni. Questa altalena apparentemente senza senso è in realtà direttamente correlata a un valore spesso considerato superfluo: la coerenza", sentenzia Santori. La stessa coerenza mancata proprio ai grillini (membri della maggioranza giallorossa), che pur di stare incollati alle poltrone non hanno esitato a scendere a patti con quelli definiti più volte in campagna elettorale "nemici", ovvero il cosiddetto "partito di Bibbiano".

"Se la capacità di governare è variabile assai complessa da giudicare, la coerenza e la credibilità sono alla portata del giudizio di tutti. Quando Renzi perdeva le primarie e mostrava fairplay e lealtà verso il partito, accresceva il suo consenso. Quando è passato all''Enrico stai sereno' e al 'se perdo mi ritiro' è franato nel dimenticatoio. Il web non dimentica", aggiunge ancora Santori, che si chiede anche quale tonfo potranno registrare i grillini dopo aver esultato per quello che resta il peggior risultato alle urne della loro breve storia.

Dopo di che il leader dei pesciolini elenca i meriti che sono da riconoscere anche al suo gruppo per la crescita del centrosinistra, proprio per il lavoro di propaganda svolto nel territorio. "Abbiamo combattuto battaglie che voi non avevate il coraggio di combattere. Abbiamo usato tecniche di comunicazione a voi estranee. Siamo scese in piazza a novembre scorso mentre voi iniziavate a spartirvi le colpe della prossima sconfitta. Abbiamo continuato a farlo mentre voi vi spartivate il bottino guadagnato con il nostro sudore". Santori, che si erge a paladino della difesa dal centrodestra proprio in quei territori in cui il Pd non ha preso le attese batoste, tuttavia, ora chiede di più: "Mettiamoci all'opera e iniziamo a ricostruire".

"Senza un progetto condiviso e allargato non si va da nessuna parte. Un partito che si concentra sulle lotte di potere ma si dimentica la base ha i giorni contati. Un partito che dipende da figure forti e capibastone non può dirsi democratico. Un partito che rimanda le battaglie sui diritti fondamentali non merita l'eredità dei grandi partiti di sinistra", tuona il capo delle Sardine. "Se non vogliamo che vinca la pancia, torniamo a parlare ai cervelli", conclude Santori. "Se non vogliamo che 'Bella Ciao' rimanga il titolo di una festa, torniamo a cantarla.

Non avete più scuse, non abbiamo più scuse".

Commenti