Pressing di Trump: Kiev nell'Ue. Lo stop di Mosca sulla sicurezza

Il tycoon a Orbán: "Via il veto sull'Ucraina". Lavrov: "Inutile parlare di garanzie senza di noi". L'ipotesi Budapest per il trilaterale e il precedente del memorandum del '94

Pressing di Trump: Kiev nell'Ue. Lo stop di Mosca sulla sicurezza
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Donald Trump vuole a tutti i costi portare Russia e Ucraina a negoziare la fine della guerra, ma ammette la difficoltà nel sbloccare la situazione. "Sono ottimista, devo esserlo", dice con parole fiduciose ma non troppo nel corso di un'intervista al Mark Levin Show. Allo stesso tempo, riconosce che "di tutte le guerre che ho fatto cessare, questa credevo fosse la più facile e invece le cose sono complicate".

Il comandante in capo Usa, come conferma la portavoce della Casa Bianca, per via dei colloqui tra Mosca e Kiev ha deciso di cancellare le vacanze nel suo golf club di Bedminster, in New Jersey, e rimanere a Washington. "Di solito questo è il periodo in cui il presidente va in vacanza, ma non questo presidente - spiega Karoline Leavitt -. Si è discusso di lavorare da Bedminster per un paio di settimane, ma ha deciso di non farlo. Ha una missione, vuole che le cose si muovano in fretta e battere il ferro finché è caldo". A questo proposito il tycoon, dopo il vertice nello Studio Ovale con Volodymyr Zelensky e i leader europei, ha chiamato anche Viktor Orban per esortarlo a togliere ogni ostacolo all'adesione dell'Ucraina all'Ue. Un colloquio avvenuto dopo la telefonata del presidente americano a Vladimir Putin, secondo fonti a conoscenza del dossier citate da Bloomberg. Il premier ungherese, uno dei più fedeli alleati di Trump in Europa, ha tuttavia risposto pubblicamente su Facebook alla richiesta: "L'adesione di Kiev all'Unione Europea non offre alcuna garanzia di sicurezza. Pertanto, collegarla alle garanzie di sicurezza è inutile e pericoloso". Durante la chiamata - spiegano le fonti - l'Ungheria ha però espresso la sua disponibilità a ospitare futuri negoziati tra Putin e Zelensky a Budapest, e secondo Politico, la Casa Bianca starebbe pianificando un possibile trilaterale tra i due leader e Trump nella città, con il Secret Service che si sta preparando per il vertice in Ungheria. Sull'eventualità interviene il premier polacco Donald Tusk: "Forse non tutti lo ricorderanno, ma nel 1994 l'Ucraina ottenne già garanzie di integrità territoriale da Stati Uniti, Russia e Regno Unito. A Budapest. Magari sono superstizioso, ma questa volta proverei a trovare un altro posto", scrive su X.

Putin intanto ha discusso la situazione dei negoziati nel corso di una telefonata con il collega turco Recep Tayyip Erdogan, sottolineando "con soddisfazione l'assistenza fornita da Ankara" per lo svolgimento delle trattative svoltesi a Istanbul. Per il Wall Street Journal, tuttavia, un incontro tra lo zar del Cremlino e il leader di Kiev non avverrà "velocemente" né "facilmente". Putin - afferma il quotidiano - ha descritto Zelensky come un "burattino" nelle mani dell'Occidente e ha insistito più volte sul fatto che molti problemi vanno risolti prima di un faccia a faccia. La richiesta avanzata da Trump lo mette in difficoltà: se rifiutasse un incontro rischierebbe di irritare il tycoon, che lo ha già minacciato di sanzioni, ma sedersi con la controparte potrebbe danneggiarlo agli occhi dell'opinione pubblica russa. Anche il ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov sembra allontanare l'ipotesi, quanto meno a stretto giro. Prima Lavrov avverte che "parlare seriamente di garanzie di sicurezza in Ucraina senza la Russia è un'utopia, una strada che non porta da nessuna parte", e poi prende tempo su un eventuale faccia a faccia. Pur se le autorità russe sono "pronte" a negoziati in "qualsiasi formato", dice, "quando si tratta di un vertice è necessario prepararlo con la massima attenzione in tutte le fasi precedenti, in modo che non si traduca in un peggioramento della situazione".

Un summit del genere, continua, va preparato "passo dopo passo, gradualmente, partendo dal livello degli esperti e passando poi attraverso tutte le fasi necessarie". Mentre riguardo l'incontro tra The Donald e i leader europei alla Casa Bianca, lo vede come un tentativo "goffo" di cambiare la posizione del presidente Usa.

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