Coronavirus

Via al primo esodo estivo con l'incognita alberghi: "Solo il 40% sarà aperto"

Si apre oggi la stagione, ma molte strutture restano chiuse: "Persi 118mila posti di lavoro"

Via al primo esodo estivo con l'incognita alberghi: "Solo il 40% sarà aperto"

È il primo vero week-end estivo del dopo Covid. E anche se lunedì sarà l'ultimo giorno di scuola per i saluti virtuali dopo mesi di didattica a distanza, chi può si mette in viaggio per raggiungere le destinazioni turistiche che stanno riavviando i motori mentre prendono le misure delle nuove norme di distanziamento.

Non sarà la solita estate, anche adesso che sono stati riaperti i confini delle regioni. E non solo per le prescrizioni di sicurezza che di fatto stravolgeranno le abitudini dei vacanzieri. Basta scorrere i primi risultati dell'indagine mensile di Federalberghi presentata ieri in audizione alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, per capire quale sia lo stato di sofferenza del comparto ricettivo, uno dei più colpiti dalla crisi provocata dall'epidemia, dove a maggio sono andati in fumo circa 118mila posti di lavoro stagionali. Adesso che l'alta stagione è alle porte solo il 40 per cento degli hotel è in attività, mentre il 26,8 per cento ha già deciso che rimarrà chiuso a giugno. Poco meglio, ma non troppo, ad agosto, tradizionalmente il mese per eccellenza del mercato delle vacanze, quando soltanto i 78,9 per cento degli alberghi prevede di essere aperto. Pesa la mancanza di turisti stranieri, con la speranza che lo scenario possa cambiare il 15 giugno, quando dovrebbero cadere le limitazioni di viaggio per la maggior parte dei Paesi europei. Per la verità qualche turista d'Oltralpe è già arrivato sul litorale veneto, che non si è fatto trovare impreparato. Oggi prende infatti il via ufficialmente la stagione balneare di Jesolo. Aprono i consorzi, gli stabilimenti e tutti i servizi presenti sull'arenile nei limiti previsti da un'ordinanza comunale. Dal 13 giugno per accedere alle spiagge sarà invece obbligatorio prenotare sdraio e ombrelloni attraverso un'apposita app.

Mentre la radical-chic Capalbio, in Toscana, si prepara ad accogliere i vacanzieri grazie ad un progetto di collaborazione pubblico-privato pensato per rendere il litorale sicuro e comodo nel rispetto delle norme per il contenimento del contagio, la Liguria fa un salto di qualità con i collegamenti per rilanciare in turismo annunciando per la prima volta un Frecciarossa che collegherà Roma, Milano e Genova alle località del Tigullio. La Sicilia invece aspetta i turisti con un filo di preoccupazione. «È una delle terre più sicure nel Mediterraneo e la app che abbiamo pensato serve ad accompagnare e a rassicurare i visitatori», sostiene il governatore Nello Musumeci, consapevole dell'attrattiva delle sua terra ma anche che la stagione turistica di quest'anno sarà ben diversa da quella che ci si immaginava prima del virus. Anche qui si respira la preoccupazione dell'intera filiera. «La app Sicilia SiCura da sola non servirà a fare ripartire il turismo e l'economia. Altre regioni trasmettono da settimane spot promozionali sulla bellezza e la sicurezza del loro territorio sulle reti nazionali, noi finora andiamo avanti per buoni e sani principi e ottimi annunci ma in termini concreti siamo nella stessa situazione del lockdown», lamenta il presidente regionale di Confesercenti Sicilia e presidente nazionale di Assoturismo, Vittorio Messina. Tra i problemi che rischiano di frenare gli arrivi, ci sono i voli per l'isola, che ad oggi sono pochi e cari. «Gli alberghi restano chiusi e senza prenotazioni», avverte Messina. E le agenzie di viaggio non hanno ancora le regole di ingaggio per poter lavorare. «Finora siamo andati avanti con idee e annunci, ma di concreto non abbiamo visto nulla né in termini di promozione né di interventi per il turismo.

C'è bisogno subito di concretezza», è l'appello degli addetti ai lavori.

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