Coronavirus

Primo trapianto di fegato da positivo a positivo

Donatrice e ricevente entrambi infetti, ma i medici delle Molinette operano in tutta sicurezza

Primo trapianto di fegato da positivo a positivo

Da donatore Covid a ricevente Covid. Un trapianto straordinario quello effettuato qualche giorno fa all'ospedale Molinette di Torino a opera dell'équipe del professore Renato Romagnoli.

Una scelta rischiosa ma oculata quella del team medico, consapevole del pericolo del virus, ma ancora di più dell'importanza vitale dell'intervento. Così, quando il ricevente, un paziente calabrese di 63 anni affetto da cirrosi epatica complicata da neoplasia epatica primitiva, è risultato positivo al tampone nasofaringeo per ricerca SARS-CoV-2, i medici non hanno avuto dubbi e hanno proceduto al trapianto. La sala operatoria del Centro trapianti fegato dell'ospedale torinese è stata rapidamente convertita in Sala Covid dal personale infermieristico e gli anestesisti della Rianimazione 2 diretta da Roberto Balagna hanno preparato il paziente per l'intervento, adeguatamente protetti. L'intervento è durato nove ore ed è stato assai complicato, non solo perché già difficile in partenza ma anche perché i dispositivi di sicurezza non hanno agevolato il compito dei chirurghi. Dopo l'operazione il paziente è stato ricoverato presso la Rianimazione Covid 1, diretta dal professor Luca Brazzi. Il paziente è stato estubato già ventiquattr'ore dopo il trapianto, con il fegato trapiantato in piena efficienza. I tamponi hanno evidenziato la presenza del virus nelle secrezioni bronchiali uno e tre giorni dopo il trapianto, mentre il tampone nasofaringeo si è negativizzato. La funzione respiratoria e gli esami radiologici polmonari sono nella norma e il paziente verrà presto trasferito presso l'area semintensiva chirurgica del Centro trapianto fegato.

Il fegato è stato donato da una donna di 66 anni deceduta, i cui familiari hanno segnalato lo scorso 10 dicembre la volontà donativa. Le condizioni del fegato erano compatibili con la donazione anche se lo screening per SARS-CoV-2 era risultato positivo sia sul tampone nasofaringeo sia sulle secrezioni bronchiali. L'offerta dell'organo è stata immediatamente accettata dal Centro trapianto di fegato di Torino, che ha individuato il ricevente nel sessantatreenne calabrese, le cui condizioni tumorali apparivano in chiaro peggioramento. Il prelievo è avvenuto nella notte tra il 10 e l'11 dicembre dall'équipe del centro trapianto fegato nella sala operatoria allestista nell'ospedale di Domodossola.

La vicenda evidenzia che l'infezione da Coronavirus non impedisce la donazione e il trapianto di organi in tutta sicurezza e rappresenta un trionfo dello sforzo multidisciplinare della nostra sanità pubblica.

Commenti