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Leggere i classici tessuti maschili con la lente d'ingrandimento, inventare una nuova morbidezza al rigore, trovare un punto d'incontro tra etica ed estetica. È il pensiero forte di Armani per la collezione Emporio del prossimo inverno in passerella ieri a Milano Moda Uomo. Lo show comincia con un bellissimo gioco di scritte luminose che scorrono in loop lungo il soffitto della sala. Si riconoscono essenzialmente due parole: classic pro, ovvero la sigla che nel linguaggio del web sta per «pofessionista» ed «esperto».
Il primo a uscire sulla passerella quadrata è modello orientale con pantaloni, casacca e soprabito in un all over di macro quadretti che a ogni passo sembrano fondersi in una sorta di grigio da immagine sfasata. Poi compare una rielaborazione in digitale della spina di pesce, come se il disegno originale fosse allargato e allungato sullo schermo fino al momento in cui si perde la definizione dei pixel. In realtà l'effetto ottico è dato da un uso sublime dei nuovi tessuti che sono morbidi e pelosi come il mohair, ma mantengono l'aplomb come il gabardine. Cevron, Principe di Galles, diagonale e quadri d'ogni tipo s'inseguono e si mescolano con colori che insoliti per ueste fantasie: un rosso carminio che la buona borghesia milanese chiama «bric» e il nero della notte. «Niente a che vedere con il presunto acquisto del Milan da parte di Bernard Arnault - motteggia Armani sono solo due bei colori che insieme stanno bene».
In forma smagliante il maestro si concede una battuta ad effetto e a un simpatico giornalista inglese che gli chiede cosa pensi della brexit di Harry e Megan dai doveri della famiglia reale spiritosamente risponde «Farò la campagna pubblicitaria del su misura sul principe: alto è alto». Il momento scherzoso finisce con lui che dice di portare questo nuovo classico con un po' di coraggio. Ecco quindi i capi da sera con una bacchettina luminosa nella trama e poi i nuovi accessori tra cui una sorta di scapolare imbottito che lui chiama «giustacuore» e che in un colpo sostituisce la sciarpa e il paraspalle. Esce poi la collezione EA7 dedicata allo sci: uno spettacolo. Infine sotto alla scritta in inglese «Ho detto si al riciclo» arrivano i 18 capi in bianco e nero della capsule eco friendly con tessuti e componenti recuperati. «Bisogna mediare tra le esigenze della moda e l'esigenza di respirare» conclude saggiamente. Se Armani è senza dubbio il più bravo di tutti, Alessandro Dell'Acqua è il più bravo della sua generazione: i cosiddetti boomers. La sua collezione maschile piena di erotismo e sensualità prevede grandi virtuosismi stilistici come la lavorazione chinè sulle maglie leopardate e l'assemblaggio del buvet col bomber di pelle, del pullover classico con la schiena nuda. I capi sono talmente belli che la lunga cintura penzolante dai raffinati trench o dai nuovi pantaloni cargo, sembra un invito ad afferrare fisicamente questa nuova visione della mascolinità. Anche Neil Barrett fa un lavoro sensazionale sui grandi classici da uomo tipo cappotto a bestaglia, pastrano, Montgomery o Duffle Coat che dir si voglia, giacca da byker, bomber, pullover da marinaio e duvet. Li incrocia tra loro limitando questa voglia di ibridazione all'avambraccio perché lui vuole vestire tutte le età e scherzando dice «sono un vintage di me stesso».
I suoi capi ibridati con la street art sono tra le cose più belle viste ieri. Non si può dire lo stesso della sfilata-installazione di Marni: una cosa fatta per accontentare il popolo dei social, non certo quello del brand a cominciare dagli addetti ai lavori della moda. Nella truce atmosfera di un falso rave abbiamo comunque beccato due clamorosi remake di altri brand, da uno come Francesco Risso ci si aspetta di più. Si torna al classico a 5 stelle da Ralph Lauren con la sua Purple Label che festeggia 25 anni di successi. Certo non c'è nulla si nuovo o meglio ci sono quei piccoli spostamenti di gusto che nel solco di una vera tradizione rappresentano l'innovazione. Uno per tutti? L'abito in velluto verde che con un papillon può fare da smoking. E un tartan verde, blu navy e marrone semplicemente divino.
Anche da Charles Jeffrey Loverboy c'è uno spettacolare uso dello scozzese e tra l'altro è già registrato dal designer nato a Glasgow e oggi capofila dei club boys di Londra. È il più bravo dei 10 designer selezionati da Camera Moda e il British Fashion Council per la manifestazione London Rooms, ma non è il solo: qualcosa finalmente si muove nella Milano della moda maschile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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