Le priorità della sinistra: sul matrimonio d'oro "scomoda" il Viminale

Il punto più alto di questa piece surreale arriva alla Camera quando Angelo Bonelli, leader di Avs, chiede addirittura un'informativa al ministro dell'Interno

Le priorità della sinistra: sul matrimonio d'oro "scomoda" il Viminale
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Questo matrimonio non s'ha da fare. I No Bezos fanno di tutto per mettere sabbia negli ingranaggi dorati del miliardario americano, in arrivo a Venezia. Ma il punto più alto di questa piece surreale arriva alla Camera quando Angelo Bonelli, leader di Avs, chiede addirittura un'informativa al ministro dell'Interno. Salvatore Caiata, Fdi, ascolta a bocca aperta, poi sbotta: "Non siamo d'accordo che Piantedosi debba riferire in aula, anche perché non è un wedding planner".

Insomma, anche i superi ricchi devono piangere, almeno un po', e sudare le proverbiali sette camicie. Perfino per sposarsi. Tommaso Cacciari, super intervistato leader del Movimento No space for Bezos, lancia proclami di guerra e dichiara la vittoria sul campo: "L'abbiamo messo in fuga, lui e le sue barche, perché passare dalla Misericordia all'Arsenale questo è".

Festa decentrata per non urtare sensibilità sempre irritate e dunque fantomatico successo del fronte del no. Il padrone del vapore è stato cacciato in un angolo.

Accade pure questo in Italia e nella città che rappresenta la nostra vetrina più scintillante sul mondo. Il signor Amazon arriva per dire sì alla sua amata e si scatena un'inconcepibile gazzarra dai toni vagamente anti capitalistici.

Lo spartito è quello che prevede variazioni sul tema gli arroganti sfrontati e lo schiaffo alla miseria. Alla Camera Bonelli predica con toni apocalittici: "A partire da domani Venezia sarà una città blindata, ma sarà anche una città comprata per tre giorni in una sorta di celebrazione sfrenata del lusso. Come è possibile - insiste il parlamentare - comprare una città per tre giorni creando una serie di disagi?". Naturalmente Bonelli non considera l'indotto, le ricadute, dirette e indirette sul Pil, il regalo da 1 milione di euro al Consorzio per le ricerche sul sistema lagunare.

Antonio Iaria dei 5 Stelle non si sottrae alla stessa retorica populista: " Il Governo si genuflette ai miliardari, Venezia non deve essere un parco giochi". Siamo alla galleria degli stereotipi.

Ecco che Caiata, contrariato, risponde sul filo del sarcasmoi: "Piantedosi non è un wedding planner, no all'informativa". E no al pauperismo. Luca Zaia prova a far evaporare l'ideologia che acceca fino al ridicolo: "Venezia accoglie tutti e non ritengo opportuno un atteggiamento di ostracismo che non fa bene alla città. Non solo: si stima che il ritorno d'immagine sia intorno ai 2,5 miliardi di euro. Se poi a qualcuno fanno schifo i soldi" par di capire, il problema è suo. Tutto suo.

Cacciari intanto, inseguito dal New York Times e dalla BBC: "Questa non è una città che si può svendere, mi dispiace ma a Venezia non funziona così. Qui c'è una città fatta ancora di persone che la vogliono vivere e abitare nonostante sia sempre più difficile".

Polemiche e ancora

polemiche. "Ma in fin dei conti - conclude Zaia - si tratta di due persone che si stanno sposando - Jeff e Lauren Sanchez - vogliamo lasciarle in pace?". Chissà se queste parole faranno breccia fra gli irriducibili del no.

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