Privacy, le nuove regole di Zuckerberg

Menlo Park lancia strumenti per salvaguardare i dati degli utenti del social

Privacy, le nuove regole di Zuckerberg

Dopo che i buoi sono scappati l'allevatore Mark Zuckerberg chiude la stalla di Facebook e annuncia finalmente misure serie (si spera) per garantire una maggiore privacy agli utenti del più popolare social network preoccupati dopo lo scandalo Cambridge Analytica che ha fatto capire a tutti come possono essere utilizzati gli indizi sulla nostra vita che disseminiamo per la Rete. «Abbiamo ridisegnato - fa sapere il management di Facebook - l'intero menù delle impostazioni per i dispositivi mobili per facilitare la ricerca delle impostazioni sulla privacy». Che ora dovrebbero essere più facili da trovare e quindi da utilizzare. «Le impostazioni, prima distribuite su quasi 20 schermate diverse, ora sono accessibili da un unico luogo. Abbiamo anche eliminato le impostazioni obsolete, in modo che sia chiaro quali informazioni possono o non possono essere condivise con le App», fanno sapere da Menlo Park. È comparso inoltre un nuovo menù di scelta rapida sulla privacy che rende possibile «blindare» (o quasi) il proprio account, controllare le informazioni personali e gli annunci pubblicitari che ognuno vede e gestire le informazioni che Facebook utilizza per mostrare le pubblicità.

Il social network ha la coda fra le gambe dopo il caso che ha fatto fuggire milioni di utenti e fatto crollare il titolo in borsa con perdite nell'ordine delle diverse decine di miliardi di dollari. «La privacy - dicono convinti - è una priorità per Facebook e lavoriamo ogni giorno per aiutare le persone a comprendere meglio i nostri strumenti». E non finisce qui. «Nelle prossime settimane - prosegue la nota - introdurremo numerose misure per offrire alle persone un controllo più semplice sulle proprie impostazioni della privacy. La maggior parte di questi aggiornamenti sono previsti da tempo e gli eventi degli ultimi giorni non fanno che sottolinearne l'importanza».

E intanto Facebook viene abbandonato anche da un cliente particolare: la rivista americana Playboy, che ha disattivato il suo account sul social «blu» perché, spiega Cooper Hefner, figlio del fondatore Hugh recentemente scomparso e capo creativo dell'impero editoriale,

«le linee guida e i loro indirizzi aziendali continuano a contraddire i nostri valori. Abbiamo cercato di adattare il nostro tono di voce alla piattaforma, la quale però per noi continua a essere sessualmente repressiva».

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