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Veronesi e quelli che il male non è l'Isis

Il prof, Gino Strada e Pisapia: ​il problema è sempre "un altro"

Veronesi e quelli che il male non è l'Isis

Per molti intellettuali il problema è sempre «un altro». E anche ieri, dopo i fatti di Parigi, molti uomini di pensiero, di scienza e di politica hanno confermato il luogo comune. Micidiale peraltro, perché sfiora il «giustificazionismo» ideologico.Umberto Veronesi, la cui autorevolezza in campo medico non è pari alla lucidità in campo geopolitico, mentre non era ancora terminata la conta dei morti, ha dichiarato che «occorre da parte nostra uno sforzo pacificatore, e siamo proprio noi come Occidente a doverlo fare. Serve dialogo e tolleranza religiosa. L'Is va ascoltato, e le sue ragioni comprese, perché come altre minoranze in Europa e nel mondo chiede una propria patria». Insomma, l'anti-islamismo è più grave e pericoloso dell'estremismo islamico. Insomma, l'Islam è una religione pacifica nella sua essenza, ed è l'Occidente che deve fermare la mano. Insomma, il problema non è la carneficina di Parigi, il problema è «un altro», è l'Occidente che non fa lo sforzo di capire e non sa integrare i musulmani.Poi c'è il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, per il quale la vera urgenza, ha detto ieri, è «l'appello strumentale delle destre xenofobe che vogliono far passare un messaggio d'odio per fini elettorali e propagandistici».

Insomma, il problema non sono gli oltre cento assassinati a Parigi, ma i politici che possono guadagnare consenso sull'onda emotiva della carneficina. Insomma, il problema non sono i massacratori, è un «altro»: sono gli «sciacalli» che denunciano la macelleria islamica. Poi ci sono tutti quelli - dal presidente Mattarella all'ultimo del «radical like» - che preferiscono parlare genericamente di «terroristi», che fa più corretto, e non invece - come tragicamente è - di jihadisti islamici. Insomma, il problema non sono i kalashnikov e i kamikaze, ma le parole di Salvini o i titoli dei giornali di destra. Il problema non sono le esecuzioni capitali, ma le opinioni forti.E poi ci sono i pacifondai come Gino Strada (un tempo capo servizio d'ordine del Movimento Studentesco alla Statale di Milano, soprannome «Lenin» e oggi medico di Emergency), per il quale il problema non è la guerra che ci ha dichiarato l'Is, ma la risposta dell'Occidente sotto attacco. Ieri ha detto: «L'unico modo per far finire la violenza è smettere di usarla». Che è esattamente il contrario.

Se alla guerra nazista si fosse risposto con la pace e non con una guerra anche peggiore, il problema, da parecchio tempo, per Gino Strada e per noi, sarebbe davvero «un altro».

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