Ucciso a coltellate nella scuola dove si recava ogni giorno. Il corpo senza vita di un insegnante è stato trovato martedì sera a Melito, comune a nord di Napoli, al confine con i quartieri Scampia e Secondigliano.
Marcello Toscano, 58 anni, giaceva nel perimetro esterno della scuola media «Marino Guarino», divenuta tristemente nota in questi mesi per diversi episodi di violenza. A maggio un ragazzino di 13 anni, infatti, era stato ferito alla schiena con un'arma da taglio da un compagno mentre era in classe e due mesi prima una bambina di 11 anni era stata aggredita nel bagno dell'istituto da una coetanea.
Ma nessuno, fino a due giorni fa, avrebbe potuto immaginare che si sarebbe arrivati a tanto. Il cadavere era in un cespuglio, dietro una casupola, dove i carabinieri hanno trovato segni di diverse coltellate e tracce ematiche, forse anche dell'assassino. Tracce repertate anche nella casupola che fungeva da magazzino. Aveva fatto lezione martedì, poi il suo cellulare dopo le 13 ha smesso improvvisamente di funzionare.
Del caso si occupa l'Arma, che sta cercando di ricostruire se Toscano, che lavorava lì come insegnante di sostegno, nelle settimane precedenti avesse discusso con qualcuno. A dare l'allarme alle 7.30 di martedì era stato il figlio Ciro, che si era recato dai carabinieri di Mugnano per denunciare il mancato rientro del papà. Poco dopo le 21 la figlia Ezia aveva individuato l'auto della vittima nei pressi della scuola e aveva chiamato i militari.
Gli investigatori hanno fatto aprire i cancelli dai custodi e sono entrati nel perimetro della scuola, ispezionando tutti i locali. Toscano, sposato e padre di due figli, in passato consigliere comunale a Mugnano, aveva diverse ferite e una profonda all'addome. L'Arma ha già acquisito le immagini dalle telecamere presenti in zona. Potrebbe essersi trattato di un'aggressione, ma si indaga a 360 gradi. La vittima era benvoluta da tutti, ma si scava nella sua vita professionale nei rapporti con alcuni alunni turbolenti. Non esclude anche il tentativo di rapina, nonostante da una prima ispezione sembra non mancasse nulla dei suoi effetti personali. «L'hanno ammazzato come un cane nel cortile di una scuola della Repubblica Italiana nella tarda mattinata di un anonimo martedì di fine settembre - si sfoga il cugino della vittima su Fb -. Cronache da Melito dove si muore senza un perché e tra l'indifferenza generale. Grazie a uno Stato che ha abdicato da tempo, diventato solo una sorta di participio passato: qualcosa che è stato ma che adesso non c'è più...». «Il fatto che questo episodio sia avvenuto nella scuola è l'aspetto più grave dopo la morte di Marcello, le scuole sono diventate terra di nessuno» fa eco il professore Andrea Cipolletta, amico della vittima. Sconcertato si è detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che chiede si arrivi presto a far luce sul delitto.
«Ci sentiamo abbandonati a noi stessi, chiediamo che il nuovo Governo presti la giusta attenzione a queste realtà - tuona il sindaco di Melito, Luciano Mottola -. Diventa veramente difficile amministrare questi territori e le loro difficoltà avendo sei vigili urbani e pochi carabinieri.
Continuo a sentirmi piccolo, non potendo rispondere da sindaco alle giuste istanze dei miei concittadini. Chi è preposto all'ordine pubblico a livello nazionale non capisce che c'è bisogno di un dispiegamento forte di forze dell'ordine».
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