La società cambia, alcuni temi diventano, diciamo così, "di moda" e i plot cinematografici non se li fanno scappare. Così nelle stesse ore in cui si è diffusa la notizia del riconoscimento del tribunale del cambiamento di genere del 13enne della Spezia, su Sky approdava il film di Michela Andreozzi Unicorni (nella foto) in cui il protagonista è Blu, un bambino di nove anni che ama indossare abiti femminili, un desiderio assecondato tra le mura di casa con naturalezza dai suoi genitori. In occasione della recita scolastica, però, il bambino vuole a tutti i costi indossare il costume della Sirenetta: i suoi genitori, divisi tra il desiderio di assecondarlo e quello di proteggerlo, saranno i primi a dover riconsiderare la loro apertura mentale e a intraprendere un percorso di consapevolezza e accettazione, in cui saranno accompagnati da un gruppo eterogeneo di coppie di "genitori unicorni", guidato da un'accogliente psicologa interpretata dalla stessa regista che, con garbo leggero, ha scritto il soggetto del film con Alessia Crocini e Tommaso Triolo.
Per rimanere nel nostro Paese, i dubbi sull'identità di genere sono stati portati al cinema nel 2018 (lo stesso anno peraltro di Girl, acclamato film d'esordio del belga Lukas Dhont in cui Lara sogna di diventare ballerina professionista ma è nata maschio) da Margherita Ferri che ha esordito alla regia con Zen sul ghiaccio sottile prima del grande successo, lo scorso anno, di Il ragazzo dai pantaloni rosa. Il film racconta l'amicizia tra due ragazze adolescenti in un piccolo paese dell'Appennino emiliano con Maia che viene chiamata dai compagni "lesbica di merda". Lei però sa di non esserlo proprio perché si sente maschio anche se non può dirlo. Tanto che chiede all'amica di disegnarla come un ragazzo che di nome fa Zen e che poi, finalmente nella realtà, potrà giocare al suo amato hockey con serenità con i propri compagni di squadra.
Pochi giorni fa anche Rai 1 dava il suo contributo a una certa fluidità con una puntata di Un Professore 3, la serie con Alessandro Gassmann fin dalla prima stagione molto aperta a trattare questioni attuali e dunque anche tematiche sessuali. Anche se, a dire il vero, non siamo nel campo dell'identità di genere ma in quello appunto delle scoperte sessuali con Luna, Matteo e Laura, tre allievi di quinta, che si cimentano in un amplesso a tre. Le due ragazze si baciano appassionatamente prima che il ragazzo se la dia a gambe forse impaurito dalle aspettative.
Niente che un'altra serie, questa volta statunitense, Euphoria, già nel
2019 non abbia già trattato in maniera molto più radicale insieme ai temi della dipendenza da sostanze stupefacenti e dove la transessualità di un personaggio viene invece vissuto nella scuola in maniera del tutto naturale.