Promesse ai notabili dem. Così Letta blinda i "rivali" per proteggere la poltrona

Enrico Letta promette la luna per restare aggrappato alla poltrona di segretario del Pd

Promesse ai notabili dem. Così Letta blinda i "rivali" per proteggere la poltrona

Enrico Letta promette la luna per restare aggrappato alla poltrona di segretario del Pd. Al governatore della Campania Vincenzo De Luca Letta garantisce l'appoggio del partito per il terzo mandato, dopo aver già blindato la rielezione in Parlamento di De Luca jr. In Puglia cambia l'offerta. Per Michele Emiliano il segretario mette sul piatto la guida della lista dem nel Mezzogiorno alle prossime europee. L'incastro porterebbe Antonio Decaro, sindaco di Bari, ad essere il candidato governatore del Pd per il dopo-Emiliano. Ma Letta dopo il 25 settembre sarà ancora il leader del Pd? L'ex premier lavora per consolidare la leadership, blindando l'appoggio da parte dei due pezzi forti del Pd nel Sud: Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. Letta cede alle richieste dei due vulcanici governatori. De Luca chiede il sostegno politico per forzare lo statuto della Regione Campania e candidarsi per la terza volta governatore. Le resistenze maggiori provengono proprio dal fronte Pd. Letta assicura la copertura politica del Nazareno al blitz. Tre giorni fa a Taranto, il patto De Luca-Letta è stato suggellato in pompa magna. L'antipasto era già arrivato con la composizione delle liste: il segretario del Pd aveva dato carta bianca allo sceriffo salernitano in Campania, depennando dalle liste tutta la vecchia guardia ma soprattutto silurando tutti gli uomini vicini al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che si prepara a essere la vera alternativa al potere deluchiano in Campania. Seggi blindati per il figlio Piero e per i fedelissimi Luca Cascone, Fulvio Bonavitacola, Leonardo Impegno e Stefano Graziano. La mossa di Letta è un investimento per il suo futuro: con il partito campano saldamente nelle mani di De Luca l'ex premier potrà incassare in un eventuale congresso l'appoggio del presidente della terza regione, per popolazione, d'Italia. In cambio De Luca ottiene il via libera al terzo mandato. Tradotto: la possibilità di controllare per altri 5 anni la macchina (voti) regionale. A Taranto Letta ha chiuso un secondo patto. Con Michele Emiliano, altro governatore forte nel Sud dell'universo Pd. Al netto dello show «saremo la Stalingrado d'Italia» del presidente Emiliano, l'accordo sancisce il via libera del segretario Pd alla candidatura nel 2024 alle Europee del governatore pugliese come capolista del Pd nel collegio Sud. Un vecchio pallino, quello di approdare in Europa, per Emiliano. Che però nel 2014 Renzi stroncò, preferendogli Pina Picierno. L'intesa con Emiliano consente al segretario Letta di neutralizzare in terra pugliese Francesco Boccia. Il parlamentare pugliese sta tessendo la tela con Dario Franceschini per un cambio al vertice dem dopo il voto. Letta si attrezza con le contromosse. Nel 2024 Emiliano lascerà la guida della Regione per far spazio al sindaco di Bari Antonio Decaro, altro malpancista accontentato con la candidatura a governatore. Decaro è anche il portavoce dei sindaci dem che stanno provando a insidiare la leadership del segretario in carica. Altra mossa per blindare la poltrona al Nazareno e bloccare i competitor interni. É chiaro come Letta sia ormai impegnato pancia a terra per garantirsi il futuro da leader del Pd.

Dovrà guardarsi le spalle non solo dal fronte padano-riformista che vorrebbe Stefano Bonaccini prossimo segretario del Pd. L''incubo è un altro: l'opa lanciata da Giuseppe Conte. Un'operazione teleguidata da Pierluigi Bersani e Goffredo Bettini che trova al Nazareno due grandi sponsor: Andrea Orlando e Peppe Provenzano.

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